Tra previsioni sbagliate e sfide a colpi di tecnologia, cosa fanno oggi le AI, quali sono le mosse dei grandi player e perché riguardano tutti
A meno di un anno dalla dirompente pubblicazione di ChatGPT, molte realtà hanno abbracciato l’Intelligenza Artificiale (AI o IA) come una leva fondamentale per la crescita e l’innovazione. Da un lato le big company che le sviluppano, dall’altro l’intero mondo inizia a farci i conti. Vediamo qui come le aziende stanno oggi rispondendo alle nuove sfide che pongono le AI, cosa sta andando come ci si aspettava (e cosa invece proprio no) nel presente e futuro dell’Intelligenza Artificiale. Con un occhio alle prossime mosse dei giganti della tecnologia. Iniziamo però da cosa sono e cosa fanno le AI, per poi vedere il futuro dell’intelligenza artificiale e le novità in arrivo da Apple, Meta e Google. Infine quali rischi (e opportunità) comporta l’Intelligenza Artificiale per le PMI.
Primo: cosa sono le AI
Come pubblico stiamo imparando a relazionarci con l’AI attraverso diversi sensi, ormai da tempo. Dal riconoscimento vocale, in grado capire e rispondere alla voce umana, ai sistemi di visione che consentono alle automobili di comprendere il mondo fisico. Oggi queste tecnologie sono diventate di massa, a portata di smartphone. Le diverse grandi aziende ad esempio fanno a gara per sviluppare il proprio Siri, Alexa, Assistant. I navigatori stradali pure sono una realtà consolidata e in continuo miglioramento, con ottime prospettive per chi vuole pubblicizzarsi. Abbiamo quindi iniziato a conoscere l’apprendimento automatico (machine learning) che consente ai sistemi di imparare senza essere programmati esplicitamente ed è “infine” arrivata la tecnologia con cui le macchine possono comprendere e generare il linguaggio umano. Il numero di possibilità è così aumentato esponenzialmente e lo abbiamo visto in particolare per quanto riguarda gli strumenti per creare contenuti (clicca qui per approfondire).
Cosa fanno le AI
Oltre alle applicazioni in ambito creativo l’AI viene quindi utilizzata per una miriade di ulteriori scopi. Rendere le case più intelligenti e sviluppare macchine autonome, migliorare la diagnosi e il trattamento delle malattie; ottimizzare i risultati di ricerca, personalizzare i feed dei social media e molto, molto altro. Tra gli obiettivi ci sono l’automatizzazione delle attività quotidiane, la creazione di auto che possano guidare senza l’intervento umano, la disposizione per il personale medico di strumenti più precisi e affidabili, la restituzione di risposte più pertinenti e aggiornate a chi ne domanda e l’opportunità di mostrare agli utenti quei contenuti che potrebbero più facilmente interessare a loro.
Questi alcuni obiettivi, ma l’AI è già oggi una forza trasformativa che riguarda ogni settore, dal primario ai servizi, dall’agricoltura alla burocrazia, dall’istruzione alla sicurezza. Di contro bisogna considerare come risultino strumenti utilissimi anche per chi ha cattive intenzioni; a riguardo sono sempre più impellenti degli adeguamenti legislativi e una regolamentazione generale.
Le previsioni sul futuro dell’Intelligenza Artificiale
Tra le AI più tristemente famose ci sono i chatbot di risposta automatica. Già in giro dagli anni ’60 con Eliza, sono sistemi che non hanno (per ora?) cambiato il mondo come qualcuno aveva promesso. Nel 2016 questo studio di Gartner, teorizzò che entro il 2020 le persone avrebbero avuto più conversazioni al giorno con i bot che con il proprio partner. Con “il senno di poi” la società di Stamford, leader nel campo della ricerca e analisi del settore tecnologico, azzardò in questo caso una previsione che certo non si è avverata.
Di fronte ad analisi del genere gli investimenti nelle nuove tecnologie risultano spesso ad alto rischio. Fare previsioni sul futuro dell’intelligenza artificiale è come visto un esercizio decisamente difficile, per quanto necessario. Alle grandi multinazionali però questo non sembra essere un problema e ogni ambito viene presidiato a suon di tecnologie. Così, se OpenAi lancia ChatGPT e Microsoft lo implementa su Bing, ecco che Google risponde con Bard. Come visto per gli assistenti vocali, la rincorsa all’innovazione non si ferma di fronte ai fallimenti. Di profezie disattese del resto se ne sono sprecate pure riguardo visori per la realtà aumentata (ricordate l’Odissea -tragica- dei Google Glass?), ma questo non ha recentemente impedito a Apple di lanciare il suo nuovo visore, su cui continua a investire miliardi di dollari.
Le nuove AI in arrivo: le mosse dei big
Apple
L’azienda fondata da Jobs, Wozniak e Wayne metterà la AI letteralmente ovunque, stando alle dichiarazioni del CEO Tim Cook. L’attesa su Apple è alta perché l’azienda ha saputo nel tempo rivoluzionare anche quelle tecnologie dove è arrivata “dopo” i competitor. Così quando lo scorso luglio Bloomberg ha rivelato che è già in sviluppo un linguaggio generativo proprietario, le azioni della Mela sono letteralmente schizzate, toccando il record storico di valore. Pochi giorni dopo lo stesso Cook lo ha ammesso in un’intervista a Reuters: il progetto è in cantiere da molto tempo e larga parte del budget dedicato a ricerca e sviluppo (diversi miliardi di dollari ogni anno) è investita nella programmazione della propria AI generativa.
Meta
Zuckerberg non rimane fermo a guardare mentre il suo team lavora a un proprio software sulla falsa riga di quanto fanno i “rivali”. L’uso della AI generativa sarà quindi una realtà abituale pure su Whatsapp, Instagram e Facebook. Quando? Secondo questo articolo di inizio Agosto -del Financial Times-, Meta è in procinto di implementare alcuni strumenti per il largo pubblico già da questo autunno 2023. Primo obiettivo migliorare la qualità della pubblicità, che per Meta vale decine di miliardi l’anno di fatturato. I test già in corso sono proprio sull’advertising. A Palo Alto affrontano problematiche legate alla privacy, alla sicurezza dei dati e agli strascichi di danni reputazionali per la diffusione di disinformazione e contenuti polarizzanti. Infine il ritardo accumulato è sotto gli occhi di tutti: sanno di essere partiti svantaggiati e vogliono rimediare in fretta.
Forte del buon lancio di Bard, Google è invece un passo avanti e ci tiene a ribadirlo. Durante l’ultimo I/O, evento in cui i programmatori imparano a creare applicazioni per le piattaforme di Google (e vengono quindi presentate alcune novità), ha messo le cose in chiaro. Ha fatto notizia in particolare che Sundar Pichai -l’Amministratore Delegato- ha pronunciato “AI” 140 volte in meno di due ore. La più diretta concorrente di Bard, ovvero “ChatGPT”, è stata citata solo una volta. Tra le novità di “Big G” applicativi rivolti a settori specifici (ad esempio “PaLM2”, per la medicina), nuovi linguaggi (Gemini) e un nuovo modo immersivo di vivere le mappe. La sensazione è che ci troveremo le AI non solo sugli smartphone, ma ovunque.
L’Intelligenza Artificiale per le PMI: rischi
Oltre alle gigantesche multinazionali già menzionate esistono milioni di realtà ben più piccole che stanno svolgendo un ruolo cruciale nell’implementazione dell’AI. Ci sono le partite IVA, i creatori di contenuti e le start up innovative, certo; ma anche le piccole e medie attività più impensabili stanno iniziando a capire come applicare queste tecnologie nel proprio settore. Addirittura gli agenti di commercio e i consulenti possono usare le AI per lavoro (clicca qui per approfondire)! Del resto, con strumenti così potenti diverse attività verranno facilitate, cosa potrebbe andare male? In realtà c’è da muoversi con molta cautela.
Torna utile l’esempio appena visto dei chatbot, magnificati per anni come la soluzione definitiva all’assistenza clienti del futuro. Le colossali company tecnologiche possono permettersi come visto di investire anni in ricerca e sviluppo, ottenendo capitali dalla crescita del valore di borsa e non dai ricavi. Purtroppo tali investimenti di tempo e risorse, seppur in scala ridotta, risultano spesso proibitivi per chi ha invece un’azienda con pochi dipendenti e che deve far quadrare le entrate con le uscite. Per questo capire cosa sono e cosa fanno le AI diventa fondamentale capire il futuro dell’intelligenza artificiale per le PMI. Solo così le imprese di ogni dimensione possono ponderare scelte e decisioni.
Infatti le nuove tecnologie vengono accompagnate da entusiasmi e timori, ma la cosa giusta da fare è come sempre non accettare distrazioni, mantenere la lucidità. Consapevoli di vivere in un mondo in cui lo spettro di applicazioni delle intelligenze artificiali evidenzia la loro ubiquità nella nostra vita quotidiana, sulla quale hanno quindi un impatto in decisa crescita, di cui tenere conto.