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Perché non riusciamo a smettere di “scrollare”?

come e perché smettere di scrollare grande opportunità di marketing per le aziende

Spesso passiamo troppo tempo al telefono a “scorrere” tra contenuti. Ecco come smettere e perché si tratta di una grande opportunità di marketing per le aziende

Quante volte ti sei trovato con il cellulare in mano e, tra un video breve e l’altro, non ti eri accorto del tempo passato? Se è successo a te o a chi conosci non è così strano: le persone che stanno assumendo questa abitudine sono sempre di più e basta fare una passeggiata per rendersi conto di come in tanti, alla prima occasione, si trovano incollati al proprio smartphone come ipnotizzati da questo oceano di video. Il fenomeno dello “scrolling”, ovvero dello “scorrere” con un semplice gesto del dito tra un contenuto e l’altro, è esploso negli ultimi anni, complice appunto la diffusione dei video brevi, gli onnipresenti “reel” (o “shorts”). Se per gli utenti si tratta di un’abitudine difficilissima da perdere, per le aziende è invece una grande opportunità di marketing.

 

L’importanza dei video brevi per gli utenti e le aziende

Ad aiutare il fenomeno, come già accennato, la diffusione sempre maggiore dei “reel”, quei video brevi che tanto vanno di moda soprattutto grazie ad alcuni social network. Esplosi già prima dell’affermarsi di Tik Tok, subito adottati dalla grande famiglia di Meta (in particolare su Instagram, ma poi anche su Facebook), sono infine sbarcati anche su Youtube, nella forma di “shorts”. Oggi sono ovunque. La forza dei video brevi è appunto nella rapidità con cui se ne può usufruire in “quasi” qualsiasi momento, ed è per questa ragione che tantissime persone non riescono a resistervi.

 

Si tratta di un atteggiamento difficile da contrastare

Dai pochi secondi in ascensore ai più lunghi tragitti sui mezzi pubblici, mentre si aspetta il microonde o si è in fila per pagare qualcosa alla cassa, prendere lo smartphone è troppo semplice. Sempre a portata di mano, se prima serviva una buona ragione per utilizzare un cellulare, oggi questo è il nostro oggetto di svago. Non c’è più bisogno di dover mandare un messaggio o fare una chiamata, non è più necessario avere una domanda da porre al motore di ricerca, oggi basta cliccare sull’icona dell’app ed è pieno di contenuti da apprezzare e disprezzare. Per i giovani rischia di essere una piaga sociale e diversi studi (qui riassunti dal washington post) già dimostrano un legame che suggerisce l’attivazione di “dipendenza”.

 

Come smettere di “scrollare” (e quando non smettere)

Per smettere di “scrollare” basta mettere giù il cellulare, spegnere il portatile, mollare il tablet… E il gioco è fatto. Come abbiamo visto però, non sempre è facile. In quest’articolo l’autrice consiglia di darsi una routine, impostare un limite orario da dedicare ai social media e, se necessario, chiedere aiuto a specialisti. Nello stesso articolo inoltre spiega come il rilascio di dopamina che avviene in questi momenti risolve il perché siamo così “appagati” da questa attività.

L’abitudine a fare “scroll” può quindi spaventare, poiché effettivamente coinvolge direttamente quei meccanismi di “micro dipendenza” e di assuefazione. Eppure questo dipende anche dalle nostre scelte e gusti, dato che gli algoritmi tendono a riproporre contenuti interessanti per ogni singolo utente: i video di viaggi avventurosi, delle ricette ultra complesse, del bricolage più o meno estremo, oppure per gli sportivi la selezione delle azioni spettacolari (ma l’elenco è infinito), colpiscono le nicchie di appassionati. Se è vero quindi che sarebbe sbagliato riempire ogni momento con questa forma di distrazione, è ragionevole anche che ogni tanto si finisca per scacciare un po’ di noia in questo modo.

 

La grande opportunità di marketing e di promozione

Ovviamente per le aziende quest’abitudine è una gigantesca opportunità di marketing: i video brevi si stanno imponendo sul mercato della Comunicazione d’Impresa come un “must have”, qualcosa di cui presto o tardi non si potrà fare a meno, poiché sempre più utenti di ogni generazione dedicano sempre più tempo a scorrere tra contenuti. Se hai già capito l’importanza di realizzare video di qualità, devi cominciare cliccando qui.

Gli annunci pubblicitari (ormai chiamati, dall’inglese, “ads”) non sono necessariamente sotto forma di video, ma si inseriscono in questo flusso particolarmente apprezzato dai potenziali clienti (i “lead”). I comportamenti di ogni utente sono già tracciati e così gli annunci, se attivati da creativi e tecnici in grado di massimizzare l’investimento, portano alle aziende contatti qualificati.

Se hai un’azienda o sei un professionista in cerca di nuovi clienti, non sottovalutare l’abitudine a “scrollare” delle persone, contatta il Consulente Pagine Sì! della tua zona oppure scopri di più cliccando qui.

 

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