In un’epoca antecedente l’ascesa di WhatsApp e Telegram, prima ancora dell’avvento di MSN Messenger, la comunità online comunicava attraverso un’app contraddistinta dal simbolo di un fiore, che notificava l’arrivo di un nuovo messaggio con un caratteristico “Uh oh!”. Quell’app si chiamava ICQ, e per molti era una vera e propria rivoluzione.
Probabilmente, coloro che sono nati nella Generazione Z e successive non hanno mai sentito parlare di ICQ, poiché, nonostante la sua longevità, non ha mai più raggiunto la popolarità di un tempo. Tuttavia, ICQ rappresentava un’innovazione notevole nel suo periodo di massimo splendore.
Ci riferiamo a un’epoca in cui il concetto di “app” non esisteva ancora. Non c’erano Android e iOS, e non eravamo sempre connessi come oggi. Invece di “app”, parlavamo di “programmi”.
ICQ: le idee brillanti e innovative
ICQ introdusse diverse idee brillanti. Una delle più significative era l’assegnazione di un numero unico a ogni utente (non un numero di telefono). Nonostante l’assenza di una connessione costante, ICQ permetteva di inviare messaggi agli amici anche quando erano offline, una funzionalità che oggi diamo per scontata, ma che all’epoca era davvero innovativa.
ICQ è sopravvissuta anche all’arrivo degli smartphone, ma nel 2010 è stata acquisita dalla società russa VK. VK è riuscita a mantenerla attiva fino ad oggi, quindi non possiamo biasimarla, ma ha recentemente annunciato la chiusura definitiva di ICQ, prevista per il prossimo 26 giugno.
L’app è già stata rimossa dagli store di Android e iOS lo scorso anno, nel silenzio generale, indicando che ICQ era ormai dimenticata da tempo. Ciò che rimane del servizio scomparirà presto per sempre. Sebbene sia triste, siamo anche responsabili della sua fine, avendola abbandonata per soluzioni più moderne. Addio ICQ, ti ricorderemo sempre con affetto.