Un gruppo di investitori, capitanato da Elon Musk, ha avanzato una proposta da 97,4 miliardi di dollari per acquisire il controllo della non-profit che governa OpenAI, l’azienda pioniera dell’intelligenza artificiale dietro ChatGPT, attualmente sotto la guida di Sam Altman. A rivelarlo è stato il Wall Street Journal, che ha riportato la notizia citando fonti vicine alle trattative.
L’iniziativa, presentata ufficialmente al Consiglio di amministrazione di OpenAI dall’avvocato di Musk, Marc Toberoff, rischia di mettere i bastoni tra le ruote ai piani strategici di Altman. Quest’ultimo sta lavorando a una trasformazione radicale dell’azienda, che prevede il passaggio a un modello a scopo di lucro e un investimento di 500 miliardi di dollari in infrastrutture, attraverso la joint venture Stargate – un progetto che, secondo indiscrezioni, avrebbe ricevuto il placet dell’ex presidente Donald Trump.
Altman risponde a Musk con una provocazione su X
La reazione di Sam Altman non si è fatta attendere: con un post ironico su X (ex Twitter) ha liquidato l’offerta con un secco “No, grazie, ma se vuoi possiamo comprarti Twitter per 9,74 miliardi”. La frecciata non è casuale, considerando che Musk ha acquistato X per 44 miliardi di dollari, ma il suo valore attuale è crollato ben al di sotto di quella cifra.
Musk: “OpenAI deve tornare a essere per il bene comune”
Dal canto suo, Elon Musk ha ribadito la sua visione con un messaggio chiaro: “OpenAI deve tornare a essere una forza per il bene comune e un progetto open-source, come lo era in origine”. La dichiarazione, trasmessa tramite il suo avvocato, sottolinea il disaccordo con la direzione attuale della società.
Musk ha partecipato all’offerta attraverso xAI, la sua startup focalizzata sullo sviluppo di intelligenza artificiale nata nel 2023. Il consorzio di investitori che lo supporta include nomi di peso come Valor Equity Partners, Baron Capital, Atreides Management, Vy Capital e 8VC, quest’ultima fondata da Joe Lonsdale, co-fondatore di Palantir.
Dalla visione condivisa alla frattura: il duro scontro tra Altman e Musk
L’affondo di Musk su OpenAI affonda le radici nel passato: lui stesso aveva co-fondato OpenAI nel 2015 insieme ad Altman, con l’intento di sviluppare un progetto no-profit focalizzato sull’IA. Tuttavia, nel 2019, Musk ha lasciato l’organizzazione, mentre Altman ha preso il comando e ha avviato una conversione verso il modello a scopo di lucro, attirando investimenti miliardari da giganti come Microsoft.
Oggi, il CEO di OpenAI sta lavorando per rendere la sussidiaria una società a tutti gli effetti e separare l’entità non-profit, che manterrebbe comunque una partecipazione nella nuova struttura commerciale. Ma uno dei nodi più delicati della transizione rimane la valutazione finanziaria dell’organizzazione non-profit, un aspetto che potrebbe influenzare profondamente il futuro dell’azienda e degli investimenti in gioco.
Uno scontro di visioni destinato a segnare il futuro dell’Intelligenza Artificiale
L’offerta di Musk rappresenta solo l’ultimo capitolo di una battaglia strategica per il controllo del settore IA. Se accettata, potrebbe ridefinire completamente il destino di OpenAI e la sua missione originale. Se respinta, la tensione tra Musk e Altman non farà che aumentare, alimentando una rivalità destinata a lasciare il segno nella storia dell’intelligenza artificiale.