Nel corso dell’anno appena trascorso, abbiamo assistito a un notevole aumento delle applicazioni che sfruttano l’intelligenza artificiale, e ChatGPT si è distinto come uno dei pionieri in questo campo. Tuttavia, recenti sviluppi nel mondo della tecnologia ci portano a riflettere sul futuro degli assistenti vocali su dispositivi Android.
La competizione tra chatbot AI potrebbe spostarsi sui dispositivi smartphone, aprendo prospettive inedite per gli utenti Android. Emergono segnali che indicano la possibilità che ChatGPT possa sostituire Google Assistant su tali dispositivi, un cambiamento che potrebbe rivoluzionare il modo in cui interagiamo con i nostri smartphone.
Le ultime informazioni raccolte suggeriscono addirittura la possibilità di attivare assistenti intelligenti, tra cui ChatGPT, tramite comandi vocali. Questo significa che gli utenti non dovranno più premere fisicamente alcun pulsante o interagire con l’interfaccia grafica per accedere all’assistente alternativo a Google Assistant.
ChatGPT: si sfrutterà il Pcc di Android
L’attivazione vocale degli assistenti è una funzionalità che esiste da tempo su dispositivi Android, soprattutto su quelli della serie Pixel, ma finora era limitata a Google Assistant o, in alcuni casi, a Bixby sui dispositivi Samsung. L’innovazione in questione, invece, potrebbe consentire l’attivazione vocale di assistenti di terze parti, tra cui ChatGPT. Questa nuova opportunità è stata individuata, anche se disabilitata, nella versione QPR2 di Android 14. Le modalità precise di implementazione di questo comando vocale rimangono ancora un mistero, ma si presume che verrà sfruttato il Private Compute Core (PCC) di Android.
Il Private Compute Core rappresenta un livello di sistema avanzato che permetterà ad Android di avviare app o servizi, inclusi assistenti di terze parti, riconoscendo una specifica parola chiave, senza tuttavia concedere l’accesso al microfono all’app o al servizio attivato. Questo costituisce un significativo progresso in termini di protezione della privacy.
Con questa implementazione, gli assistenti di terze parti potranno avere un accesso privilegiato al sistema, ma senza compromettere la privacy dell’utente, poiché sarà Android a gestire l’accesso al microfono e l’identificazione della parola chiave.
Va sottolineato che questa novità è ancora in fase di sviluppo e non è disponibile per gli utenti finali. Tuttavia, potremmo vederne l’implementazione con Android 15, anche se Google non ha ancora fornito indicazioni chiare al riguardo. Siamo in attesa di ulteriori sviluppi in questo entusiasmante settore della tecnologia mobile.