Un tempo, le tre centrali idroelettriche della regione fornivano energia alle cartiere locali. Oggi, invece, alimentano Lumi, il supercomputer più potente d’Europa. Siamo a Kajaani, in Finlandia, una città che, accanto alle rovine di un castello distrutto dai russi durante la Grande Guerra del Nord, ospita ora questa avveniristica infrastruttura. Lumi è stato installato in un vecchio capannone che, fino ai primi anni 2000, serviva alla produzione della carta, segnando simbolicamente la fine di un’era industriale e l’inizio di una nuova rivoluzione tecnologica.
Attualmente, Kajaani è un centro informatico dove i ricercatori immaginano e simulano il futuro su larga scala. Visitare questo luogo non significa solo osservare uno dei supercomputer più avanzati al mondo, ma testimoniare la concreta possibilità di riconversione industriale compatibile con la transizione ecologica, una necessità oggi ineludibile.
Lumi e il futuro europeo
Con una potenza di calcolo di 380 petaflops al secondo, Lumi sta aiutando l’Europa a rafforzare la propria indipendenza tecnologica, competendo con colossi globali. Nonostante collabori con altri supercomputer europei come l’italiano Leonardo e lo spagnolo Mare Nostrum, Lumi resta una minaccia per i giganti americani, posizionandosi al quinto posto nella classifica mondiale Top500. E non finisce qui: c’è ancora spazio nel capannone per future espansioni, con i lavori già in corso.
Attualmente, Lumi occupa una superficie equivalente a due campi da tennis, e i suoi calcoli ad altissima velocità offrono alla ricerca europea una potenza senza precedenti, capace di rivaleggiare con le grandi tech company. Katja Mankinen, data scientist presso il Centro per la Scienza in Finlandia (CSC), è solo uno dei molti scienziati che, provenienti da tutta Europa, affidano i loro progetti a Lumi. Grazie alla sua capacità computazionale, vengono condotte ricerche in diversi ambiti: dall’interpretazione in tempo reale di immagini radar per monitorare disastri naturali, alla preparazione di nuove soluzioni per eventuali pandemie tramite il progetto BeYond-Covid, coinvolgendo 53 organizzazioni di ricerca di 19 paesi.
Anche l’intelligenza artificiale trova in Lumi un potente alleato. Il modello linguistico aperto OLMo supporta lo sviluppo di tecnologie AI più sicure ed efficaci. Lumi, inoltre, accelera la trasformazione green dell’Unione Europea, facilitando la progettazione di nuovi materiali, come cristalli inorganici per l’energia e la tecnologia, e migliorando l’efficienza delle celle solari. Il supercomputer si occupa persino della protezione della biodiversità, con simulazioni che monitorano la sopravvivenza delle api e altri insetti minacciati.
Un supercomputer per la sostenibilità
Kajaani è una piccola città di laghi e foreste, con meno di 40mila abitanti e circa 2.000 studenti di scienze applicate. Grazie a Lumi, anche le piccole e medie imprese e le startup possono operare a livello internazionale, utilizzando le sue potenti risorse per progetti che richiederebbero investimenti enormi. Con le sue 12mila GPU avanzate, Lumi permette di addestrare modelli di intelligenza artificiale a costi ridotti, rendendo accessibile ciò che solo le grandi corporation potevano permettersi.
Tuttavia, oltre a velocizzare la ricerca, Lumi offre vantaggi in termini di connettività, scalabilità e uno storage impressionante di oltre 120 petabyte, con una larghezza di banda di 2 terabyte al secondo, riservata ai progetti più complessi.
Ma quanto costa tutto questo in termini di emissioni di CO2? Questa è la domanda posta da Pekka Manninen, direttore della scienza e della tecnologia del CSC. Secondo lui, è fondamentale che il mondo della ricerca non si escluda dall’equazione climatica, ma allo stesso tempo non può bloccare il progresso per paura dell’impatto ambientale. La soluzione, afferma, sta nel trovare un equilibrio, adottando un approccio sostenibile nella gestione di questi supercomputer.
Lumi, infatti, funziona interamente grazie all’energia idroelettrica e il calore generato viene utilizzato per riscaldare centinaia di abitazioni a Kajaani. Nonostante le sue 120 tonnellate di CO2 prodotte ogni 24 ore – l’equivalente di un volo di 100 persone da Helsinki a New York – il centro è stato premiato nel 2023 come il data center più sostenibile dell’anno.
Ottimizzazione e lotta agli sprechi
Ridurre l’impatto ambientale è una priorità per Lumi, così come l’adozione di un approccio open source. Secondo Alexander Troshin, responsabile marketing per AMD nell’area EMEA, il futuro dello sviluppo dell’intelligenza artificiale risiede nella collaborazione e nella condivisione di standard aperti, al fine di massimizzare le prestazioni senza sprechi.
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