È innegabile che l’intelligenza artificiale (IA) rappresenti la tecnologia destinata a guidare il mercato e l’innovazione nei prossimi anni. In particolare, l’integrazione dell’IA generativa in dispositivi portatili come gli smartphone è una delle novità più attese. Probabilmente vedremo l’IA sui prossimi iPhone con iOS 18, l’abbiamo già intravista su Android con Gemini, e molti utenti interagiscono già con l’app di ChatGPT.
L’idea centrale è quella di un’IA capace di comprendere e rispondere alle nostre richieste, utilizzando direttamente la voce. Recentemente, Arc ha lanciato Arc Call, una funzione che consente di “telefonare” all’IA tramite smartphone. Tuttavia, considerando la direzione del mercato, è plausibile immaginare che l’IA dovrebbe risiedere nelle cuffie, non negli smartphone.
Non che l’elaborazione dei dati debba avvenire nelle cuffie – possiamo continuare a sfruttare la potenza di calcolo degli smartphone. Piuttosto, il modo migliore per interagire con un’IA avanzata è tramite un dispositivo sempre accessibile all’orecchio.
Possiamo immaginare l’IA come un piccolo assistente virtuale che vive in simbiosi nel nostro orecchio, simile al Pesce di Babele della “Guida Galattica per Autostoppisti”. A differenza del Pesce di Babele, che serviva solo per tradurre, le future IA saranno in grado di offrire traduzioni e rispondere a qualsiasi domanda. Anche se inizialmente potrebbero non essere in grado di tradurre tutte le lingue aliene, con il tempo potrebbero avvicinarsi a tale capacità.
L’esempio di Nothing
Un esempio concreto di questa tendenza è rappresentato da Nothing, che ha integrato ChatGPT nelle sue nuove cuffie. Questa funzione, che sarà disponibile con un prossimo aggiornamento e limitata agli smartphone dell’azienda, rappresenta un passo verso l’inevitabile evoluzione del mercato.
In pochi anni, i chatbot conversazionali non saranno più confinati ad app di terze parti come ChatGPT, ma diventeranno parte integrante degli assistenti vocali che utilizziamo quotidianamente. A quel punto, Siri e altri assistenti vocali saranno in grado di rispondere a qualsiasi domanda con una potenza di elaborazione significativamente migliorata, rendendoli sempre più accessibili tramite gli auricolari.
Ancor più interessante è lo sviluppo di auricolari con IA integrata che non necessitano di smartphone per funzionare. Un esempio è IYO One, un innovativo paio di auricolari true wireless che introduce il concetto di audio computing.
L’idea alla base di IYO One è quella di una nuova modalità di interazione con i dispositivi, non basata su display e tap, ma sull’audio. Questo cambiamento di paradigma sposta l’interazione dal visivo all’auditivo, senza tuttavia eliminare l’uso dei display. Dispositivi come IYO One potrebbero trovare la loro nicchia di mercato, anche se i display rimarranno parte integrante delle nostre vite.
IYO One: c’è anche Google tra i finanziatori
Tra i finanziatori della startup che produce IYO One c’è anche Google, conferendo credibilità al progetto. IYO One offre funzionalità come cancellazione del rumore, potenziamento delle conversazioni, audio immersivo a 360 gradi, traduzioni live, coaching per l’allenamento e un “crescente ecosistema di applicazioni conversazionali”.
IYO One è il primo prodotto di questo genere e il costo per averlo non è trascurabile: il prezzo di preordine parte da 599 dollari. Tuttavia, è possibile che nel giro di qualche anno gli assistenti vocali integrati negli smartphone possano offrire funzionalità simili, permettendo di utilizzare cuffiette più economiche per avere l’IA sempre a portata di orecchio.