Android Auto, il sistema di infotainment che milioni di persone utilizzano per collegare il proprio smartphone Android alla propria auto, è da tempo sotto la lente d’ingrandimento per gli aggiornamenti e le funzionalità che offre. Tuttavia, ciò che nessuno si aspettava era l’intervento dell’Antitrust italiano contro Google per presunte limitazioni imposte dal sistema.
Nelle ultime ore è infatti emerso un episodio rilevante: l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana ha accusato Google di abuso di posizione dominante attraverso Android Auto. Vediamo nel dettaglio come si è sviluppata la vicenda.
La sfida dell’Italia contro Android Auto
Recentemente, Reuters ha riportato una questione legale che vede l’Antitrust italiano confrontarsi con Google, accusando Android Auto di imporre restrizioni eccessive, in particolare per quanto riguarda la compatibilità delle app con il sistema.
Il caso ha origine nel 2021, quando Google ha deciso di bloccare l’app JuicePass, sviluppata da Enel SpA tramite la sua divisione Enel X, attiva nel settore della mobilità elettrica. JuicePass offriva agli utenti diverse funzionalità, tra cui servizi di navigazione e messaggistica, appositamente pensati per essere utilizzati in sicurezza durante la guida e integrati nel sistema Android Auto.
Nonostante le funzionalità di JuicePass fossero orientate alla guida, Google ne ha impedito l’uso su Android Auto. Le ragioni di questo blocco non sono state chiaramente esplicitate, ma Google ha motivato la decisione sostenendo che l’app presentava problemi legati alla sicurezza e al rispetto delle linee guida aziendali.
Il coinvolgimento dell’Antitrust e la sentenza imminente
L’Antitrust italiano ha preso in mano la questione e nel 2021 ha inflitto una multa di 102 milioni di euro a Google per abuso di posizione dominante. Successivamente, il caso è stato portato alla Corte di Cassazione europea. Recentemente, un consulente di quest’ultima ha affermato che la Corte si schiererà probabilmente a favore dell’Italia.
La ragione principale risiede nel fatto che il blocco di JuicePass violerebbe le normative europee in materia di concorrenza, configurando un abuso di posizione dominante da parte di Google, che gestisce il sistema Android Auto in modo esclusivo. Google, dal canto suo, ha dichiarato di aver successivamente lavorato per rendere compatibili altre app di Enel, simili a JuicePass, e che queste sono già utilizzabili in alcune aree geografiche.
La conclusione della vicenda è attesa nei prossimi mesi, quando la Corte di Cassazione europea emetterà il verdetto. Oltre alla decisione su questo caso specifico, la sentenza potrebbe creare un precedente significativo per l’integrazione di app e servizi di terze parti nei sistemi di infotainment fortemente centralizzati come Android Auto.
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