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Le chat e i social determinanti in tribunale anche nei casi di separazione e divorzio

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L’era digitale ha radicalmente trasformato la nostra società, e i dispositivi elettronici, come smartphone e tablet Android, sono diventati una parte inestricabile della nostra vita quotidiana. Non sorprende quindi che sempre più tradimenti vengano scoperti attraverso l’analisi di tali dispositivi. Ma quanto di ciò che viene scoperto può effettivamente costituire una prova valida in una separazione giudiziale tra coniugi? La risposta è complessa, e in questa analisi professionale, esploreremo i dettagli con l’aiuto di un avvocato esperto.

 

L’impatto del mondo virtuale sulla realtà

Molti individui tendono ancora a considerare il mondo virtuale come separato dalla realtà, senza riflettere sulle possibili conseguenze delle loro azioni. Questo equivoco si estende anche ai processi di separazione giudiziale, ma in realtà, il confine tra mondo virtuale e reale è sempre più sfumato, e ciò che accade in uno può influenzare l’altro. In questo contesto, la giurisprudenza ha dovuto adeguarsi alle nuove abitudini comportamentali. Come afferma l’avvocato Valentina Ruggiero: “Con l’evoluzione delle tecnologie, anche la giurisprudenza relativa alle prove nei processi di separazione giudiziale si è adattata. Questo significa che oggi tutti i documenti, tra cui foto condivise online, e-mail, sms e chat su WhatsApp e social network, sono considerati prove valide”.

 

Semplificare il processo di responsabilità coniugale

Questo nuovo contesto digitale rende anche più semplice stabilire la responsabilità dell’altro coniuge, sia in termini di addebito che di aspetti economici, come dimostrare il tenore di vita con l’amante. L’avvocato continua: “Tali prove possono essere ulteriormente supportate da testimoni. La nostra funzione come avvocati è resa più agevole, poiché gran parte delle comunicazioni orali, in passato difficili da provare e scoprire, sono ora scritte e tracciabili”.

 

Il rispetto della privacy resta fondamentale

Tuttavia, c’è un aspetto fondamentale da tenere presente: queste prove devono riguardare strumenti pubblici e non devono violare la privacy del soggetto coinvolto. Il diritto alla privacy rimane intatto anche in un matrimonio. Ad esempio, è possibile utilizzare informazioni pubbliche su Facebook o e-mail trovate nella casa familiare o inviate a account condivisi, ma è assolutamente vietato accedere illegalmente all’account del partner o sottrargli il telefono.

In conclusione, è imperativo fare attenzione a ciò che si divulga sui social media e alle comunicazioni scritte, specialmente quando ci sono segreti da nascondere. La tecnologia può essere un’arma a doppio taglio nei processi di separazione giudiziale, e l’equilibrio tra l’uso lecito e il rispetto della privacy resta fondamentale in questa nuova era digitale.

 

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