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Manus, l’IA cinese che sfida OpenAI: siamo davvero di fronte a un’innovazione rivoluzionaria?

Manus IA

La Cina continua a spingere forte sull’intelligenza artificiale. Dopo DeepSeek e Qwen, arriva Manus, un agente IA che fa parlare di sé per le sue dichiarazioni ambiziose: “Il primo agente IA veramente autonomo”, “Potenzialmente uno sguardo all’AGI”, “Il secondo momento DeepSeek della Cina è qui”. Ma siamo davvero di fronte a una svolta epocale o è solo un’ondata di hype?

Cos’è Manus e cosa lo rende diverso?

Manus non è un nuovo modello IA, bensì un agente intelligente sviluppato dall’omonima startup cinese, progettato per collegare pensieri e azioni in modo autonomo. Secondo il fondatore Yichao “Peak” Ji, Manus non si limita ad analizzare e rispondere come i modelli di OpenAI, Google o Anthropic, ma “fornisce risultati”.

In pratica, Manus riceve un input e opera in completa autonomia, pianificando ed eseguendo compiti senza bisogno di ulteriori comandi umani. Tuttavia, non si tratta di un’intelligenza artificiale completamente nuova, bensì di un agente che sfrutta modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), elaborazione multimodale e strumenti di integrazione per ottenere risultati in modo più fluido.

Non un semplice chatbot, ma un vero assistente operativo?

Se da un lato Manus può essere considerato un chatbot avanzato, simile a ChatGPT o Gemini, dall’altro promette una maggiore autonomia nell’esecuzione di compiti complessi, come:

  • Analisi di prodotti e ricerche comparative
  • Creazione di contenuti ottimizzati per Google
  • Automazione di processi e programmazione

Secondo il venture capitalist Deedy Das, Manus rappresenta “l’agente IA che ci era stato promesso”, mentre l’investitore Andrew Wilkinson ha affermato: “È assolutamente folle. Mi sento come se avessi appena viaggiato nel tempo di sei mesi nel futuro”.

Prestazioni sorprendenti nei test, ma restano molte incognite

Nei benchmark GAIA, un test che misura la capacità di un’IA nel ragionare, utilizzare strumenti e automatizzare attività reali, Manus ha superato Deep Research di OpenAI. Tuttavia, mancano ancora informazioni dettagliate sul suo funzionamento interno.

Secondo Clement Delangue, co-fondatore di Hugging Face, Manus non punta tanto sulla “potenza bruta”, quanto su un’ottimizzazione avanzata. Ji e il suo team avrebbero migliorato la “post-formazione” sulle traiettorie agentiche, un po’ come avviene tra un modello base e un modello instruct, ovvero quelli ottimizzati per compiti specifici.

Ma è davvero così rivoluzionario? I dubbi restano

Nonostante l’entusiasmo generale, non esistono ancora prove verificabili delle reali capacità di Manus. Alcuni utenti segnalano che:

  • Non pubblica le fonti, rendendo impossibile verificare la veridicità delle informazioni.
  • Commette errori su dati fattuali e non sempre fornisce risposte complete.
  • I codici d’accesso sono andati esauriti rapidamente e in Cina vengono rivenduti a prezzi esorbitanti.

Insomma, Manus sembra offrire uno sguardo sul futuro, ma con molte zone d’ombra. Siamo di fronte a una nuova era dell’IA o a un’altra bolla di hype? Una cosa è certa: la Cina non rallenta, e la corsa all’intelligenza artificiale si fa sempre più serrata.

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