Meta, la società di Zuckerberg, sta affrontando gravi problemi con la Commissione Europea. Quest’ultima ha infatti dichiarato che il modello “Pay or Consent” di Meta non rispetta i requisiti stabiliti dal Digital Markets Act (DMA). Il punto cruciale è che questa strategia non rispetta l’articolo 5, paragrafo 2 del DMA, che impone ai gatekeeper di ottenere il consenso degli utenti per l’uso dei loro dati, offrendo contemporaneamente una versione meno personalizzata del servizio.
La Commissione Europea ha sottolineato che “questa scelta obbligata forza gli utenti a consentire la combinazione dei loro dati personali e non riesce a fornire una versione meno personalizzata ma equivalente dei social network di Meta”.
Per chiarire, l’offerta “Pay or Consent” di Meta consente agli utenti di Facebook e Instagram di scegliere tra un abbonamento mensile senza pubblicità e un accesso gratuito con pubblicità. Tuttavia, secondo la Commissione, questo modello non rispetta il DMA perché:
- Non permette agli utenti di optare per un servizio che utilizza meno dati personali, pur essendo equivalente al servizio basato su “annunci personalizzati”.
- Non consente agli utenti di esercitare il loro diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei loro dati personali.
Quali saranno i prossimi passi?
Quello della Commissione Europea è un parere preliminare che non influisce sull’esito finale dell’indagine.
Meta avrà ora la possibilità di difendersi esaminando i documenti prodotti dalla Commissione e rispondendo per iscritto. La Commissione, dal canto suo, dovrà concludere l’inchiesta entro 12 mesi dalla sua apertura, avvenuta il 25 marzo 2024.
Se il parere preliminare venisse confermato, Meta potrebbe essere sanzionata con multe fino al 10% del fatturato globale dell’azienda. Queste sanzioni potrebbero salire fino al 20% in caso di violazioni ripetute. Inoltre, in caso di non conformità sistematica, la Commissione potrebbe adottare ulteriori provvedimenti contro Meta, come l’obbligo di vendere una parte dell’attività.