Negli ultimi mesi, Spotify ha intensificato i suoi sforzi per contrastare le versioni modificate della sua applicazione, che consentono l’accesso gratuito alle funzionalità Premium. Già a novembre, un aggiornamento delle API aveva messo in difficoltà gli utenti che utilizzavano versioni craccate, ma molte di queste erano comunque rimaste funzionanti. Ora, però, dal 3 marzo 2025, la situazione è cambiata drasticamente.
Le segnalazioni degli utenti si moltiplicano: centinaia di persone che utilizzavano Spotify Mod si sono ritrovate improvvisamente senza accesso al servizio. Alcuni hanno subito la disconnessione forzata dal proprio account, mentre altri non riescono nemmeno ad avviare l’app modificata.
Soluzioni alternative? Gli utenti si ingegnano, ma con rischi
Nei commenti, non mancano tentativi di aggirare il blocco: dall’utilizzo di versioni APK più datate che sembrano ancora funzionare, all’acquisto di abbonamenti da Paesi con tariffe più basse, fino alla creazione di nuovi account per eludere le restrizioni. Tuttavia, queste soluzioni comportano svantaggi significativi, come la perdita delle playlist e dei dati personalizzati dell’algoritmo di ascolto.
Vale la pena ricordare che l’uso di queste versioni modificate rientra a tutti gli effetti nella pirateria e potrebbe esporre gli utenti a rischi di sicurezza, poiché gli APK modificati potrebbero contenere malware o codice malevolo.
Il ruolo delle Play Integrity API: il blocco arriva da Google?
Molti utenti attribuiscono il blocco non direttamente a Spotify, ma alle Play Integrity API di Google. Queste API sono progettate per identificare e disabilitare le app modificate che non provengono dal Play Store. In effetti, alcuni utenti hanno ricevuto un messaggio che li invita a scaricare la versione ufficiale dell’app.
Tuttavia, non tutti i problemi sembrano legati a queste API: i sintomi variano, con alcuni utenti che segnalano disconnessioni, app bloccate o playlist completamente vuote.
Spotify non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla situazione, e potrebbe non farlo mai. Ciò che è certo è che l’azienda sta facendo di tutto per contrastare l’uso delle versioni craccate, rendendo sempre più difficile l’accesso non autorizzato ai suoi servizi premium.