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“Gli Alberi garantiscono il nostro Futuro, con Pellerucci lo sosteniamo da oltre vent’anni”

rosati bosco pagine sì

Intervista a Rosati di Pagine Sì!, l’azienda a impatto zero: “questo bosco compensa le nostre emissioni”

Trentacinque ettari, ventisette mila alberi, più di seicento tonnellate di CO2 assorbita ogni anno e più di tremila tonnellate di ossigeno restituito all’ambiente. Ecco il bosco di Pagine Sì!, a Posaragnolo, vicino Orvieto. Acquistato nel 2006, da quasi vent’anni il bosco continua a vivere protetto dall’azienda che ha la sua ammiraglia a Terni, ma che ha altre sedi su tutto il territorio nazionale. Roberto Rosati, oggi alla Direzione Generale di Pagine Sì!, era presente quando il presidente e co-fondatore Sauro Pellerucci decise di cambiare una porzione del mondo circostante, investendo appunto su… degli alberi!

 

Roberto Rosati, cosa portò Pagine Sì! a comprare questo bosco, quale fu la spinta propulsiva alla base di questa scelta?

L’idea come noto fu del presidente. Secondo me ci pensava da tempo, comunque non era certo la prima volta che dimostrava una particolare sensibilità verso le questioni ambientali. Un esempio piccolo, ma esplicativo, è come definiva gli appezzamenti boschivi “non ettari, ma esseri viventi” già nel 2003, nel suo libro “Charlie, il cavallino delle meraviglie”, uscito proprio quell’anno.

Poi un giorno, era primavera, Pellerucci mi ha chiamato nel suo ufficio un po’ a sorpresa. Era raggiante: “siamo ecologicamente sostenibili, è fatta”. Ne avevamo già parlato altre volte, di prendere un bosco; io ero anche d’accordo, ma lui evidentemente aveva già deciso.

 

Ma perché era così importante farlo? Che ritorno poteva offrire una spesa del genere?

Sapere di avere effettuato un investimento che produce un valore così importante da chiamarsi “vita” senza dover far altro che lasciarlo crescere, era questo che lo aveva spinto a considerare l’acquisto del bosco. Diciotto anni fa eravamo un’azienda più piccola di quella che siamo diventati. Per lui la crescita di questo bosco era qualcosa di assolutamente indispensabile al nostro crescere come impresa.

Rendiamoci conto poi che per noi di Pagine Sì! questi alberi han significato poter compensare ogni emissione prodotta con la nostra attività. Fregiarsi del titolo di “azienda carbon free”, a zero emissioni, prima che diventasse una sorta di moda, era ed è ancora per noi motivo di grande vanto. Poi certo la cosa più importante è che non lo stiamo facendo appunto solo per noi, ma per chi ci sarà dopo: del resto è nostro dovere restituire un mondo più in salute di come lo abbiamo trovato.

 

Quasi vent’anni sono passati e l’urgenza di mitigare l’impatto umano sull’ambiente è più sentita di prima, possiamo essere ottimisti?

C’è una crescente sensibilità, certo dovuta anche all’urgenza, che produce effetti già nel breve termine. Oggi le scelte che Pellerucci ha a suo tempo effettuato farebbero meno notizia, per fortuna, essendo molto più chiare e comprensibili. Quando parlavo di “moda” prima, lo intendevo in senso positivo: l’effetto emulativo vale anche per le cose buone.

In generale nella nostra azienda c’è una filosofia che invita a essere propositivi e a guardare al futuro con ottimismo. Come dicevo i giovani in questo senso si stanno dimostrando molto sensibili alle tematiche ambientali, c’è sicuramente una presa di coscienza collettiva in questo senso.

Essere ottimisti però non significa peccare di realismo: sappiamo bene che i problemi sono molti e davvero importanti, per questo bisogna affrontarli e non sottrarsi alle responsabilità di cui siamo investiti.

 

Che influsso potrebbe avere sull’intera società il risveglio di una coscienza “ecologica”?

Citerò ancora Pellerucci, che offre una risposta precisa alla tua domanda nel suo più recente libro “Il mondo delle persone per bene”: sarebbe sufficiente che ciascuno di noi facesse quanto la propria sensibilità chiama a fare, per avere un mondo migliore. Che siano gli imprenditori seguendo modelli di sviluppo più sostenibili, oppure i consumatori scegliendo con attenzione i prodotti, tutti dovranno fare la propria parte.

Nel libro Pellerucci spiega come l’importante sia non spezzare questo circuito di valore, che deve invece essere un circolo virtuoso. Avere sempre più aziende sensibili, responsabili, sostenibili. Quando la coscienza ecologica sarà completamente diffusa allora avremo la cartina di tornasole di una società in grado di riconoscersi, di apprezzare le persone per bene e le loro buone azioni.

Nel nostro piccolo abbiamo cominciato dagli alberi, che certo sono una forte rappresentazione della vita.

Anche per questo “piantare un albero” è la buona azione del mese di Pagine Sì!

Guarda il Video su YouTube del Bosco di Pagine Sì!

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