È di questi giorni una notizia tanto sconvolgente, quanto drammatica. La celebre Laguna di Orbetello, in Toscana, è diventato teatro di un’orrenda moria di pesci. Le macabre immagini, mostrate dai TG nazionali, provocano dolore solo a vedersi: è una strage senza precedenti. Ad Ansedonia le carcasse dei pesci morti affiorano a decine di migliaia, ammucchiate, lungo tutto il vasto specchio d’acqua. La causa della strage è anossia, ossia mancanza di ossigeno nell’acqua marina: tutti i pesci della laguna sono morti soffocati.
Perché nell’acqua manca l’ossigeno? Per una terribile combinazione di inquinamento umano e cambiamento climatico. Lo sversamento nelle acque di quintali di fertilizzanti, che raggiungono le acque chiuse della laguna attraverso le aree coltivate, unitamente all’aumento delle temperature hanno favorito la crescita sproporzionata delle alghe, che morendo a loro volta hanno alimentato i batteri responsabili del consumo di ossigeno.
Il dramma di Ansedonia ci ricorda tristemente la fragilità del nostro ambiente marino. E ci introduce alla buona azione che abbiamo scelto per il mese di Agosto, la pulizia delle nostre spiagge e delle nostre coste: perché il mare non ce la può fare senza l’aiuto attivo di tutti noi.
Il patrimonio marino italiano, una risorsa da proteggere
Quando si dice estate si dice mare, e quando si dice mare si dice Italia. Il nostro Bel Paese vanta una straordinaria ricchezza in termini di paesaggio marino, con oltre 7.500 chilometri di costa che includono non solo le nostre amate spiagge sabbiose, ma anche scogliere rocciose, lagune, insenature, grotte e parchi naturali.
Una gioia per gli occhi, ma anche per l’ecosistema, dato che i nostri mari ospitano una gamma incredibilmente vasta di specie animali e vegetali. La bellezza naturale che caratterizza il mare italiano è un bene naturalistico inestimabile, ma anche una risorsa economica insostituibile.
Da sempre, il mare ha influenzato la vita e le tradizioni delle nostre comunità costiere, plasmando le loro attività economiche e sociali. La pesca, il commercio marittimo e la cantieristica navale rivestono solo alcuni degli aspetti che hanno formato l’identità profondamente marinara delle regioni costiere italiane. Le città e i villaggi lungo la costa hanno sviluppato una cultura unica, caratterizzata da feste, arti e mestieri, tradizioni culinarie legate al mare. E oggi, il turismo rappresenta la principale fonte di reddito per la maggior parte dei borghi costieri italiani. Non si tratta solo di poter perdere la nostra spiaggia preferita, dove andiamo a Ferragosto a prendere la tintarella: se muore il nostro mare, moriamo anche noi.
Pulizia delle spiagge, una sfida da affrontare insieme
La pulizia delle spiagge in Italia è un tema di grande importanza che richiede uno sforzo titanico.
Chiunque sia frequentatore abituale di spiagge ha ben presente cosa sia la spazzatura marina: proviene soprattutto dalla navigazione, dalla pesca, dagli scarichi illegali e dall’incuria dei bagnanti. Il materiale più comune è rappresentato da plastica e microplastiche, che sono veleno letale per la fauna marina e per tutto l’ecosistema costiero. Gli animali scambiano questi rifiuti per cibo, con conseguenze fatali, mentre la degradazione della plastica in microplastiche entra nella catena alimentare, fino a ritrovarcela sulle nostre tavole.
Tra le tante iniziative avviate è giusto citare almeno le campagne di pulizia delle spiagge organizzate da associazioni come Legambiente, ormai diventate eventi regolari che mobilitano migliaia di volontari in tutto il Paese. Una delle iniziative più note è la campagna “Spiagge e Fondali Puliti” di Legambiente, che promuove non solo la raccolta volontaria dei rifiuti, ma tiene anche alta l’attenzione su questa grave emergenza ambientale.
Anche le leggi aiutano. Il decreto legislativo 172/2015, noto come “Legge Salva Mare”, prevede misure specifiche per la riduzione dei rifiuti marini e la promozione del recupero e del riciclaggio dei materiali raccolti. Anche l’Unione Europea ha emanato direttive mirate a combattere l’inquinamento da plastica, come la direttiva sulla plastica monouso, che vieta la vendita di alcuni prodotti in plastica e promuove alternative sostenibili.
Uno sforzo titanico, si diceva. Ma le amministrazioni locali, le organizzazioni non governative, le istituzioni nazionali e la stessa UE possono affrontare questa colossale sfida solo per metà: l’altra metà del compito spetta tutta a noi, comuni cittadini.
Come puoi essere amico del mare
Se vuoi essere anche tu amico del mare, devi anzitutto combattere il suo mortale nemico: e il nemico si chiama plastica monouso. Limita l’uso di prodotti come bottiglie, sacchetti, cannucce e imballaggi di plastica, riciclali sempre e specialmente in spiaggia o, meglio ancora, non utilizzarli affatto: tutti questi oggetti possono essere sostituiti facilmente con prodotti di tipo biodegradabile.
Fumi in spiaggia? Acquista un posacenere portatile e riutilizzabile! Seppellire i mozziconi di sigaretta nella sabbia non li fa scomparire, anzi avvelena il mare con uno dei rifiuti più comuni e inquinanti che si trovano sulle spiagge. Segnala i comportamenti illeciti: se sei testimone di attività dannose per l’ambiente, come lo scarico illegale di rifiuti o comportamenti irresponsabili sulla spiaggia, avvisa immediatamente le autorità competenti, prima che il danno diventi irreparabile.
E magari dopo la tintarella, verso sera, armato di pinze, partecipa attivamente a una campagna di pulizia come quelle organizzate da Legambiente, oppure organizzala tu stesso assieme ai tuoi amici e familiari. Un’occasione per tenersi in forma, fare nuove meravigliose conoscenze, e salutare infine la spiaggia con la gioia di averle restituito un po’ di quel bene che lei ha fatto a te. Feel Important.
Mantieni pulito il mare: utilizza ECO SHOPPER e RACCOGLITORI di RIFIUTI portatili quando vai in spiaggia.