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Metaverso: cos’è e quale futuro si prospetta per la realtà virtuale?

Ultima frontiera dei social network o visionario autogol del signore di Facebook? Ancora non è chiaro, anche se i segnali economici, almeno per ora, sembrano indicare la seconda strada. Il Metaverso è ancora una costosissima incognita.

 

Ma cos’è di preciso questo Metaverso?

Il Metaverso è un mondo virtuale all’interno del quale gli utenti, rappresentati dal proprio avatar, possono di fatto replicare, almeno in potenza, quasi ogni attività della propria vita reale. La realizzazione del concetto di Cyberspazio. Un altro mondo regolato da tempo e spazio dove vivere a pieno la propria esperienza digitale, con l’ausilio tecnologico del visore 3D: gli occhi della nuova realtà. Un sogno ricorrente della letteratura sci-fi reso oggi possibile dalla straordinaria evoluzione delle tecnologie digitali e dalla ormai illimitata capacità di immagazzinare e conservare dati condivisi.   

 

L’obiettivo è chiaro. Ma a che punto siamo?

Nell’idea dei suoi creatori il Metaverso rappresenta un luogo capace di migliorare ogni aspetto della nostra esistenza. Allo stato dell’arte però i suoi reali impieghi sono limitati al marketing e all’intrattenimento. Il Metaverso per ora, complici ragioni di vendibilità agli investitori e difficoltà tecniche nel raggiungere gli obiettivi più ambiziosi, assomiglia più a un enorme gioco di ruolo in cui trovare intrattenimento, comprare prodotti, entrare nel mercato degli NFT.

Un’ottima cosa, intendiamoci. Ma ciò che sta mancando è la migrazione degli utenti dai social tradizionali al Metaverso stesso. Consideriamo l’universo virtuale di Meta, che non è l’unico, ma è quello più in vista e con il maggior potenziale di successo per investimenti e pubblico potenziale. Per accedere al Metaverso di Meta servono infatti il visore VR Quest 2 di Oculus e un account Facebook.

 

Un Flop miliardario. Troppo presto o è tutto da buttare?

C’è un grosso problema per il sogno di Meta. L’investimento sul progetto da 10 miliardi di euro non ha portato quasi a nulla, se non all’incredibile perdita del 60 per cento del valore delle azioni del gruppo. Pensate che a oggi nel mondo sono stati venduti appena 20 milioni di visori. Il bilancio economico dell’operazione è drammatico.

Il Metaverso di Meta non ha saputo generare l’effetto “wow” negli utenti. Molte funzioni sperimentali sono state abbandonate, e l’idea del mondo virtuale forse non è percepita come così innovativa. Tanti giochi e siti dei primi anni duemila proponevano il modello avatar-mondo virtuale. Il Metaverso non sarà tecnologicamente la stessa cosa, certo, ma nemmeno concettualmente qualcosa di così diverso.

In definitiva: Il Metaverso costituisce davvero un’evoluzione al mondo dei social network di oggi, ma ha ancora tantissimi enormi buchi tecnologici e questioni etiche e legali da risolvere. Privacy su tutte.

C’è poi la questione principale: almeno per adesso, il Metaverso non piace al pubblico.

Gli headset per la realtà virtuale sono ancora un prodotto molto di nicchia, profondamente difficile da raccontare in chiave di marketing (per la sua stessa natura). Chissà se Apple, ormai prossima a rilasciare il suo tanto chiacchierato e attesissimo headset di “mixed reality” (il Reality Pro?), riuscirà a fare breccia nel mercato consumer, cambiando di nuovo le regole del gioco.

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Team Comunicazione
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