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Prodotti e Servizi Digitali Incompleti: il Marketing ci vende ormai solo promesse future?

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Negli ultimi anni quante volte ci siamo trovati ad assistere a presentazioni di prodotti e servizi digitali incompleti che, al momento del rilascio, mancavano di alcune caratteristiche fondamentali? Nonostante vengano comunque utilizzate come leva di marketing in concomitanza dell’annuncio di nuovi prodotti o servizi, molte di queste feature si rivelano poi arrivare solo in beta o in un imprecisato periodo successivo (coming soon docet).

Questa tendenza, pur non completamente nuova, sta diventando una costante nel settore dell’industria tecnologica e digitale. L’ultimo caso più evidente è quello di Apple Intelligence (la tanto attesa IA dell’azienda di Cupertino), ma non solo. Anche l’industria del videogioco, che nel 2023 ha generato oltre 184 miliardi di dollari (superando musica e cinema, settori dell’intrattenimento percepiti come più popolari), si ritrova sempre più spesso a seguire questa strategia.

Dove sta il confine tra strategia di marketing ed escamotage per sopperire a ritardi, concorrenza estrema o addirittura pigrizia? E come si devono comportare i consumatori? Lo approfondiamo in questo articolo.

 

Tra Strategia ed Escamotage: la sottile differenza tra MVP (Minimum Viable Product) e Vaporware

Alla base di questo approccio vi è il concetto di Minimum Viable Product (MVP). Un MVP (prodotto minimo funzionante) è un prodotto con le funzionalità minime necessarie per essere messo sul mercato e testato dagli utenti, con la promessa di aggiornamenti futuri che andranno ad arricchire l’esperienza dell’utente. Tuttavia, la differenza tra un MVP ben strutturato e una strategia che sfrutta l’hype per lanciare prodotti incompleti è sottile.

Un altro concetto correlato è infatti il cosiddetto vaporware, termine utilizzato per indicare prodotti o funzionalità annunciati, ma mai realmente rilasciati, o che arrivano molto dopo il lancio iniziale. Tuttavia, l’MVP è una strategia legittima, mentre il vaporware tende a essere più negativo e spesso oggetto di critiche per la sua vaghezza e mancanza di concretezza, con l’inevitabile conseguenza di lasciare un senso di disillusione e frustrazione nei consumatori.

 

quando arriva apple intelligence

 

Esigenze di mercato e intoppi legislativi: quando arriva Apple Intelligence?

Un esempio emblematico di questa tendenza è rappresentato da Apple. Il gigante di Cupertino sta sempre più di frequente adottando strategie di rilascio di prodotti che, al momento del lancio, mancano di funzionalità software annunciate o promesse.

L’ultimo caso particolarmente discusso è stato quello di Apple Intelligence. Presentata durante il WWDC di Giugno, viene introdotta come feature che sarebbe arrivata in beta entro la fine dell’anno. Dopo il primo annuncio, è stata protagonista anche dell’evento annuale più atteso per gli appassionati della Mela, ovvero la presentazione dei nuovi iPhone. Anche in questo caso, Apple Intelligence non sarà disponibile al lancio di iPhone 16 ma negli Stati Uniti dovranno aspettare fino a Dicembre.

E in Europa? Nel nostro continente la situazione è complicata, oltre che dai tempi tecnici di adattamento linguistico della IA generativa di Apple, anche dai paletti imposti dal Digital Markets Act. Siamo quindi di fronte a una situazione ibrida: da un lato la necessità di sfruttare subito feature richiestissime dal mercato (e dagli investitori), dall’altro rallentamenti sia tecnici che burocratici indipendenti dalla volontà di Apple.

 

cyberpunk 2077 videogioco

 

False promesse e gravi omissioni: il caso di Cyberpunk 2077

Anche nel mondo del gaming questa strategia è ormai diffusa. La quasi totalità dei videogiochi rilasciati (soprattutto quelli più costosi da produrre), al momento della pubblicazione costringe i consumatori a scaricare patch (aggiornamenti software) di grandi dimensioni, anche se hanno già comprato il gioco in copia fisica o digitale. Oltre a ciò, non sono pochi i casi in cui la strategia di marketing per la promozione di un titolo sorvola su problemi tecnici di ottimizzazione dei giochi o promette funzionalità a conti fatti ancora in sviluppo.

A tal proposito, il caso di Cyberpunk 2077 è probabilmente uno dei più noti degli ultimi anni. Il videogioco, sviluppato da CD Projekt Red in un lasso di tempo di oltre 6 anni, fu atteso dai fan con grandissime aspettative (i primi due trailer di annuncio su YouTube contano oltre 55 milioni di visualizzazioni). Protagonista di una campagna di marketing imponente, e con la presenza di Keanu Reeves nei panni di uno dei personaggi principali, lo sviluppo del gioco è costato oltre 310 milioni di dollari.

Tuttavia, il lancio ufficiale fu un vero e proprio disastro: molte funzionalità promesse, come un’intelligenza artificiale avanzata e un mondo di gioco completamente interattivo, erano gravemente limitate o inesistenti; le versioni per console di vecchia generazione come PS4 non furono date in anteprima ai media di settore perché avevano enormi problemi tecnici e di ottimizzazione al punto da rendere il gioco inutilizzabile.

L’azienda promise successive patch e aggiornamenti per correggere i problemi, ma la delusione iniziale fu così grande da danneggiare la reputazione dello studio e portare addirittura alla rimozione temporanea del gioco dal PlayStation Store. Questo disastro fu causato in parte da scelte scellerate prese ai piani dirigenziali dello studio, in parte per difficoltà produttive e tecniche inattese. In ogni caso, va riconosciuto a CD Projekt Red il merito di non aver gettato la spugna: Cyberpunk 2077 ha infatti vissuto un vero e proprio percorso di “redenzione”, attraverso numerosi aggiornamenti migliorativi e il rilascio di una espansione che hanno permesso allo studio polacco di riconquistare moltissimi dei suoi estimatori.

 

I Motivi, comprensibili o meno, dietro a questa Strategia

Ma perché così tante aziende scelgono di adottare questo modello? La risposta risiede in parte nella crescente pressione competitiva, nella necessità di essere i primi sul mercato e nell’urgenza di iniziare il prima possibile a incassare per coprire i sempre più alti costi di sviluppo.

Inoltre, vivendo ormai in un contesto digital in cui le informazioni devono viaggiare continue e veloci, l’hype e il tempismo sono fattori determinanti. Lanciare un prodotto incompleto ma capace di catturare l’attenzione può significare il successo commerciale, anche a scapito della soddisfazione iniziale del cliente.

Un altro aspetto è la possibilità di raccogliere feedback dagli utenti. Lasciando intenzionalmente alcune funzionalità fuori dalla prima versione di un prodotto, le aziende possono osservare come risponde il mercato e adattarsi di conseguenza, ottimizzando così il ciclo di sviluppo. Tuttavia, questa tattica comporta dei rischi, specialmente se i consumatori percepiscono che i prodotti siano stati lanciati affrettatamente o che siano semplicemente incompleti.

 

Il Rischio della Perdita di Fiducia

Nonostante i vantaggi di un approccio MVP, il rischio maggiore è la perdita di fiducia da parte dei consumatori. Se un’azienda fallisce ripetutamente nel consegnare le funzionalità promesse o lancia prodotti che richiedono continui aggiornamenti per essere effettivamente utilizzabili, rischia di danneggiare il proprio brand. Nel caso di Cyberpunk 2077, l’enorme delusione per lo stato del gioco al lancio ha avuto ripercussioni finanziarie e reputazionali enormi per CD Projekt Red, che ha dovuto lavorare duramente per riconquistare la fiducia dei giocatori.

Un altro esempio può essere trovato in Tesla. L’azienda di Elon Musk ha spesso promesso funzionalità avanzate nei suoi veicoli, come la guida autonoma completa, che però continua a rimanere in uno stato di “beta” da diversi anni. Nonostante le auto Tesla siano dotate di tecnologie all’avanguardia, la promessa di una guida autonoma “completa” è stata più volte posticipata, creando insoddisfazione tra alcuni clienti che si aspettavano un rilascio più rapido.

 

Come si possono Comportare e Difendere i Consumatori?

Lanciare prodotti incompleti con la promessa di aggiornamenti futuri è diventata una strategia diffusa nell’industria tecnologica, ma è indubbiamente un’arma a doppio taglio. Da un lato, permette alle aziende di essere agili, adattarsi alle esigenze dei consumatori e migliorare i propri prodotti nel tempo. Dall’altro, rischia di generare disillusione e frustrazione tra i clienti, compromettendo la fiducia nel brand. La chiave per il successo sta nel mantenere un equilibrio tra velocità di rilascio e qualità, senza mai tradire le aspettative dei consumatori attraverso una comunicazione costante, trasparente e onesta.

E noi, in qualità di consumatori, come ci dobbiamo porre di fronte a queste situazioni sempre più ricorrenti? L’approccio migliore, al momento di una decisione di acquisto, potrebbe essere il seguente: valutare il prodotto o servizio digitale per quelle che sono le caratteristiche già disponibili al momento del lancio e non per le promesse future. Così, potremo essere visti meno come “beta tester” e più come consumatori consapevoli.

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Team Comunicazione
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