Quando Hila Lifshitz-Assaf, uno dei massimi esperti mondiali di intelligenza artificiale, iniziò la sua ricerca su questa tecnologia, sette anni fa, si chiedeva perché dovessimo ricorrere all’AI per stimolare la creatività, dato che l’essere umano è già naturalmente dotato di un’incredibile capacità inventiva. Tuttavia, dopo anni di studi approfonditi, Lifshitz-Assaf ha cambiato prospettiva: “L’intelligenza artificiale offre un enorme potenziale, spingendo i confini dell’innovazione ben oltre quanto pensavamo possibile”.
Professoressa di Management alla Warwick Business School e leader dell’Artificial Intelligence Innovation Network Research Center, Lifshitz-Assaf ne ha discusso Milano, in occasione del World Business Forum, affrontando il vasto impatto che l’AI sta avendo in vari settori, dalla farmaceutica alle arti creative.
L’AI come strumento di potenziamento creativo
“Nel corso della mia carriera ho studiato l’innovazione in ambito scientifico, tecnologico e artistico, e vedo un potenziale enorme” afferma la docente. Le opportunità offerte dall’AI sono evidenti in molti settori, e in particolare nelle arti creative. “L’intelligenza artificiale ha permesso a molte persone di esprimere creatività in modi che non avrebbero mai pensato possibili” continua. Persone senza competenze grafiche ora sono in grado di creare opere visive con l’aiuto di software AI, e chi non osava scrivere in lingue diverse può farlo con facilità, senza timore di sbagliare.
Questo accesso alla creatività ha abbattuto barriere, consentendo a chiunque di diventare creativo, anche senza esperienza. “L’intelligenza artificiale permette di superare il blocco iniziale, dando un punto di partenza per i progetti creativi” aggiunge Lifshitz-Assaf, evidenziando come molte persone possano finalmente dare vita alle proprie idee senza il timore di fallire.
Il lato oscuro dell’AI: il rischio di omologazione
Tuttavia, non tutto è positivo. La professoressa mette in guardia contro uno dei rischi più gravi dell’uso dell’intelligenza artificiale: l’omologazione delle idee. “Abbiamo osservato che quando si utilizza l’intelligenza artificiale per generare idee, spesso si ottengono risultati simili. Questo significa che l’AI tende a ridurre la diversità cognitiva, un pericolo per l’innovazione e la creatività autentica” avverte Lifshitz-Assaf.
L’intelligenza artificiale, infatti, scrive in modo estremamente persuasivo, creando contenuti che spesso vengono accettati senza critica. “Quando non si mettono in discussione le risposte fornite dall’AI, si perde il pensiero critico. E la mancanza di questo pensiero critico può ostacolare lo sviluppo di idee veramente originali” spiega la professoressa.
Il futuro dell’AI: un Disruptor dell’economia globale
Secondo Lifshitz-Assaf, l’intelligenza artificiale non è una moda passeggera, ma una forza che sta trasformando radicalmente l’economia globale. “L’AI è una delle più grandi perturbazioni che abbiamo visto dai tempi dell’invenzione di Internet” osserva. Non solo cambierà il mercato del lavoro e l’istruzione, ma avrà un impatto significativo sulle dinamiche aziendali, sui ruoli professionali e sulla concorrenza globale.
Anche se gli investimenti nell’AI continueranno a crescere, la professoressa non vede all’orizzonte una bolla speculativa. Al contrario, ritiene che sia necessario diversificare gli investimenti, sviluppando sistemi di AI più complessi, in grado di integrare più tipologie di intelligenza artificiale.
“Il futuro è già qui” afferma citando William Gibson. “Non è una cosa che accadrà tra decenni, è una realtà che stiamo vivendo oggi”. La vera sfida, quindi, non è evitare la disruption, ma capire come navigarla e trarne vantaggio prima che il cambiamento diventi inarrestabile.
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