L’Intelligenza Artificiale e il suo sviluppo, cercando di capire se l’IA è destinata a togliere -o ad aggiungere- posti di lavoro
L’umanità è sia artefice che vittima dei cambiamenti che essa stessa genera e la velocità di questi cambiamenti è in costante aumento, rendendo sempre più complesso il controllo dei loro effetti. Attualmente i fenomeni demografici e tecnologici sono tra le forze principali che influenzano le trasformazioni a livello globale. Queste interazioni generano fenomeni e tendenze che stanno già sconvolgendo la nostra vita e vanno quindi gestite adeguatamente. Siamo infatti agli inizi della trasformazione della nostra economia e società per merito e causa dello sviluppo delle tecnologie digitali. I principali componenti che accelerano questo sviluppo includono digitalizzazione, Internet of Things (IoT), Big Data, Intelligenza Artificiale (IA), realtà virtuale, realtà aumentata, utilizzo su larga scala di sensori, criptovalute, sistemi tipo blockchain, eccetera. Da questi sono derivati lo sviluppo di robot, droni, dispositivi indossabili e chissà cosa arriverà. Si tratta di cambiamenti, dirompenti per natura, che hanno un impatto sul mercato del lavoro e sull’industria 4.0, sulla sicurezza e sui beni comuni, sull’ uguaglianza, l’equità e i rapporti sociali. Lo si vede in particolare nel mercato del lavoro, dove da un lato l’Intelligenza Artificiale sembra togliere carichi e liberare tempo, dall’altro servono sempre più persone in grado di usare questi strumenti. Ma quindi i posti di lavoro aumenteranno o diminuiranno? Facciamo prima un passo indietro.
Sviluppo dell’Intelligenza Artificiale
Negli anni ’90, l’IA si concentrava sulla correlazione dei dati in ingresso mediante algoritmi per ottenere risposte mediate. L’evoluzione e la disponibilità crescente di dati hanno portato l’IA verso il machine learning (ML). Si è passati dalla programmazione all’addestramento: i dati di partenza vengono elaborati con risposte note, da cui si ricavano regole applicabili a situazioni simili. Ulteriori sviluppi, come il Deep Learning (DL) e il Reinforcement Learning (RL), hanno permesso l’avanzamento della robotica, inclusi i robot sociali. Oggi gli esempi di applicazioni sono diversi e includono il filtro spam e le traduzioni automatiche, il riconoscimento immagini e la generazione di musica, ma anche le operazioni industriali o diagnostiche. Per questo è partita la “corsa all’IA” e sembra -non a torto- che qualsiasi settore e mercato debba dotarsene.
Economia e futuro del lavoro
Da un punto di vista economico si prevede quindi un significativo aumento degli investimenti in IA, stimati in circa 60 miliardi di euro globalmente entro il 2025. A livello mondiale l’Unione Europea è seconda solo agli Stati Uniti per numero di professionisti nel campo dell’IA. Entro il 2030 però sarà la Cina il leader nel settore. Per l’UE la sfida non è “vincere” questa corsa, ma guidare lo sviluppo dell’IA in modo etico, sicuro e centrato sull’uomo. La coordinazione a livello comunitario è e sarà essenziale per sfruttare al meglio le aree di forza del nsotro continente.
Come accennato il mondo del lavoro subirà quindi cambiamenti radicali. Assistenti vocali, automobili a guida autonoma e algoritmi di marketing sono esempi di come l’IA già stia trasformando le professioni. L’IA sostituirà alcune mansioni umane? Sì, lo sta già facendo. Ma -con politiche adeguate- l’IA creerà anche nuove opportunità di lavoro e secondo gli esperti queste saranno superiori a quelle perse. Entro il 2030, si prevede infatti un aumento di oltre 1,7 milioni di posti di lavoro digitali nella UE. Non sono dunque veritiere le catastrofiche previsioni di chi crede che l’Intelligenza artificiale farà diminuire le forze lavoro umane.
Impatto sociologico ed educativo dell’IA
I cambiamenti però non sono pre-determinati e devono essere gestiti attraverso politiche adeguate. La trasformazione sociale richiede un approccio multi-dimensionale che consideri aspetti etici, sociali, legali, educativi ed economici. La società civile deve essere coinvolta nel discutere i valori che guideranno lo sviluppo dell’IA. Una solida infrastruttura informatica e l’accesso ai dati favoriranno l’interazione con gli utenti e lo sviluppo di ecosistemi amministrativi.
L’IA cambierà le relazioni tra educazione, lavoro e sviluppo umano. Sarà necessario riconsiderare il modello educativo per preparare le future generazioni a comprendere e anticipare i cambiamenti, sviluppando una visione olistica e stimolando la creatività. Un cammino formativo che integri scienza, tecnologia, arte e umanità sarà essenziale per affrontare le sfide future.
Il contributo dell’UE nell’adozione delle IA
L’Unione Europea ha già intrapreso molte azioni per affrontare l’IA in modo completo e multidisciplinare (come avevamo visto in questo approfondimento). Nel 2018 gli Stati membri hanno firmato una “Dichiarazione di Cooperazione” nel campo dell’IA e la Commissione Europea ha quindi pubblicato i tre obiettivi principali che si è posta: incremento della capacità tecnologica e industriale, preparazione ai cambiamenti socio-economici e assicurazione di un quadro etico e legale adeguato.
La collaborazione tra i paesi membri della UE è infatti fondamentale per guidare lo sviluppo dell’IA nella direzione auspicata. Solo uno sforzo congiunto potrà garantire che l’IA sia centrata sull’uomo e rispetti i valori fondamentali europei per diventare un vantaggio in tutti i settori. Ma per capire la portata e l’impatto di questo cambiamento, soprattutto nel mondo del lavoro, serviranno più tempo e conoscenze. Sicuramente spariranno alcuni mestieri e comunque l’IA potrà svolgerli più velocemente, ma si creeranno nuove opportunità e bisognerà avere conoscenze più specifiche e verticali per poter guidare il grande cambiamento che sta già avvenendo.