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Google cambia l’esperienza su YouTube per gli utenti Android con il Codec AV1

Categorizzazione dei video su YouTube

Il codec AV1, sebbene non sia una innovazione recente, rappresenta il futuro dello streaming video grazie alla sua efficacia e accessibilità. Sviluppato come successore del più conosciuto HEVC (H.265), l’AV1 si distingue per essere open source e privo di royalty, eliminando così costi aggiuntivi per i produttori di dispositivi.

 

Vantaggi tecnici del Codec AV1

Il codec AV1 si impone nel panorama tecnologico per le sue prestazioni superiori rispetto al suo predecessore, HEVC (H.265). Offre una compressione video ottimizzata, risultando in una qualità di streaming elevata senza compromettere la risoluzione del video. Per una comprensione più dettagliata delle sue capacità, è disponibile una guida completa sul funzionamento e l’installazione del codec AV1.

 

Google adotta l’AV1 su YouTube per Android

Con l’obiettivo di migliorare l’esperienza utente, Google ha deciso di implementare il codec AV1 come impostazione predefinita nell’applicazione YouTube per dispositivi Android. Questa mossa elimina la necessità di attivazioni manuali da parte degli utenti, semplificando così l’accesso a contenuti di qualità superiore.

 

Dettagli tecnici dell’implementazione

Secondo Arif Dikici, membro del team Android Video and Image Codecs di Google, il colosso di Mountain View è pronto a integrare un decoder AV1 noto come “libdav1d”, sviluppato dal team di VLC, per ottimizzare la visualizzazione dei video su YouTube tramite dispositivi Android.

 

Limitazioni e considerazioni

Nonostante l’entusiasmo per l’innovazione, l’aggiornamento favorirà principalmente i dispositivi Android di ultima generazione e di fascia alta, che sono equipaggiati per supportare la decodifica hardware del codec AV1. I dispositivi più datati o di fascia media, al contrario, dipenderanno dalla decodifica software, il che potrebbe tradursi in un maggior consumo di risorse e tempi di elaborazione più lunghi.

Questo scenario non è unico a Google; altri giganti dell’industria come Netflix hanno già adottato misure simili, segnalando un progressivo, ma selettivo, avanzamento tecnologico nel campo dello streaming video.

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Redazione
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