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L’Economia dell’Invisibile: Come la Shrinkflation modifica il Valore del Tuo Acquisto

shrinkflation riduzione prodotti e servizi grazie a daniele-levis-pelusi da unsplash

Dopo l’Inflazione ecco il Sottile Inganno della Shrinkflation, ovvero la “Riduzione” dei Prodotti. Vediamo le Ripercussioni sul Consumo e Come Difendersi

La shrinkflation è un fenomeno sempre più diffuso nel mondo del consumo, anche se spesso passa inosservato agli occhi dei consumatori. Si verifica quando le aziende riducono la dimensione o la quantità di un prodotto, mantenendo inalterato il suo prezzo, mascherando di fatto un aumento dei prezzi per unità di prodotto. La parola shrinkflation è infatti un neologismo che combina “shrink” (ridurre) e “inflation” (inflazione). L’unione dei due termini indica quindi questo aumento nascosto dei costi per i consumatori. Si tratta di una pratica che è diventata particolarmente evidente in periodi di difficoltà economiche, ovvero quando le aziende cercano di mantenere i margini di profitto senza aumentare esplicitamente i prezzi, temendo la reazione negativa dei consumatori.

 

Metodi e manifestazioni della Shrinkflation: dagli impatti Economici a quelli Psicologici

Le aziende adottano diversi metodi per implementare la shrinkflation. Alcuni di questi includono la riduzione del peso netto del prodotto, la diminuzione del numero di pezzi all’interno di una confezione o la modifica del design di un imballaggio per farlo apparire della stessa dimensione di prima, quando in realtà contiene meno prodotto. Esempi comuni possono essere trovati nei settori alimentare, nei prodotti per la cura della casa e negli articoli per l’igiene personale.

Dal punto di vista economico, la shrinkflation può essere vista come un modo per le aziende di trasferire i costi crescenti di produzione ai consumatori senza che questi se ne accorgano. Psicologicamente poi questa pratica sfrutta la tendenza dei consumatori a prestare più attenzione al prezzo che alla quantità o alla dimensione del prodotto. Spesso infatti i consumatori non riconoscono immediatamente la riduzione delle dimensioni, percependo erroneamente di pagare lo stesso importo per lo stesso valore di prima.

 

Il dibattito sulla Regolamentazione del fenomeno e le Implicazioni di lungo periodo

La questione della regolamentazione della shrinkflation è complessa. Alcuni paesi hanno leggi che richiedono che le modifiche alle quantità dei prodotti siano chiaramente indicate sull’imballaggio. Tuttavia, l’attuazione e l’efficacia di queste leggi possono variare e spesso dipendono dalla capacità e dalla volontà delle autorità di regolamentazione di far rispettare tali norme.

A lungo termine, la shrinkflation potrebbe avere effetti negativi sulla fiducia dei consumatori. Se i consumatori percepiscono che non possono fidarsi della trasparenza delle aziende, potrebbe diminuire la loro lealtà di marca e generare la ricerca di alternative più trasparenti e oneste. Questa tendenza, a sua volta, potrebbe obbligare le aziende protagoniste a riconsiderare le proprie strategie di prezzo e packaging.

 

Piano di Mitigazione per i consumatori: guardare le etichette

I consumatori possono adottare poche strategie per mitigare gli effetti della shrinkflation. Tra queste, le migliori risultano come sempre essere il confronto attento delle informazioni sui prodotti, come il peso e il numero di unità per confezione, nonché la preferenza per i marchi che mantengono standard di trasparenza elevati. Inoltre ogni individuo può esercitare il proprio potere di scelta, preferendo prodotti che offrono un migliore rapporto qualità-prezzo. Nella vita frenetica di tutti i giorni anche questa è però una variabile “tempo speso-benefici ottenuti” da considerare.

 

Marketing e legittimità della Shrinkflation

Nonostante la shrinkflation possa sembrare una pratica ingannevole, è importante considerare il contesto in cui le aziende decidono di adottarla. Dal punto di vista del marketing, questa può essere vista come una strategia legittima per gestire l’aumento dei costi di produzione senza alienare i clienti con aumenti di prezzo diretti. Le aziende, di fronte all’aumento dei costi delle materie prime o delle spese operative, potrebbero scegliere di ridurre la quantità del prodotto piuttosto che aumentarne il prezzo, allo scopo di mantenere stabile la percezione del valore da parte dei consumatori. In alcuni casi si tratta di un modo per non alienarsi i propri clienti e può diventare perciò una pratica raccomandabile.

 

La questione Etica e la percezione del consumatore

La consapevolezza della shrinkflation è cresciuta grazie alla diffusione delle informazioni tramite i social media e altre piattaforme online. Tuttavia la reazione del pubblico varia ampiamente. Alcuni la vedono come un inganno deliberato, un modo per le aziende di “imbrogliare” il cliente e questa percezione può aggravarsi quando le imprese non rendono trasparenti le modifiche apportate al prodotto. Al contrario, quando si comunicano apertamente i cambiamenti, spiegando le ragioni dietro queste decisioni, i consumatori possono percepire la shrinkflation come una necessità piuttosto che una truffa. L’etica di questa pratica quindi può dipendere in gran parte dalla trasparenza dell’azienda.

 

Riduzione dei prodotti: impatto sulle abitudini di acquisto e strategie Proattive

È ovvio che gli effetti della shrinkflation si estendano anche alle abitudini di acquisto dei consumatori. Di fronte alla riduzione della quantità dei loro prodotti preferiti al solito prezzo infatti, alcuni consumatori potrebbero cercare alternative più vantaggiose o addirittura cambiare le loro abitudini di consumo. All’atto pratico un simile comportamento può generare una maggiore competizione tra le marche, spingendo le aziende a innovare sia in termini di qualità che di packaging, per attirare o mantenere i clienti.

Le aziende possono quindi adottare strategie proattive per gestire la percezione della shrinkflation. Implementare una comunicazione chiara e diretta riguardo le ragioni delle modifiche al prodotto, come abbiamo accennato, può aiutare a mantenere la lealtà dei clienti. Inoltre le aziende possono esplorare alternative creative come l’offerta di versioni “premium” o “value” dei loro prodotti, fornendo ai consumatori opzioni più chiare e diversificate che possono soddisfare vari segmenti di mercato.

 

La Shrinkflation nei servizi e nel digitale: la scelta di Pagine Sì!

Il fenomeno della shrinkflation, comunemente associato ai beni fisici, presenta sfide uniche quando si estende al mondo dei prodotti digitali o dei servizi. In quest’ambito la “riduzione” può assumere forme meno palpabili, come la diminuzione della qualità del servizio, la limitazione dell’accesso a funzionalità precedentemente disponibili o la riduzione del contenuto accessibile senza un evidente decremento del costo per l’utente. Tali cambiamenti sono spesso difficili da rilevare immediatamente, poiché non implicano una variazione fisica del prodotto stesso, rendendo il consumatore meno consapevole di ricevere un decremento di valore per il suo investimento.

Tuttavia esistono aziende che scelgono di percorrere una strada differente. Un modello è quello di Pagine Sì!, che ogni anno si impegna nel “dare di più” in termini di offerta ai clienti: negli ultimi mesi per esempio ha investito sul potenziamento dei CMS (clicca qui per l’approfondimento), migliorando l’esperienza complessiva del servizio e arricchendo il contenuto disponibile. Questo è un caso tra i più recenti, ma ce ne sono numerosi altri.

A ogni modo “offrire di più” è un approccio che non solo garantisce una maggiore soddisfazione e fidelizzazione, ma posiziona l’individuo al centro della strategia aziendale, distinguendo l’azienda in un mercato competitivo dove spesso il prodotto tende a essere il focus principale. Un prodotto che rischia di diventare sempre più piccolo.

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