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Il Rebranding di Twitter/X: breve storia di un Cambiamento Inatteso (e affrettato)?

rebranding di twitter Elon Musk

Elon Musk non è certo l’ultimo arrivato. Il celebre imprenditore, figura a tratti controversa, si è sempre contraddistinto per un approccio non convenzionale e il successo delle sue aziende gli ha spesso dato ragione. La confusa e turbolenta acquisizione di Twitter fa parte di una strategia più grande e a lungo termine. Eppure il modo in cui Musk ha dato il via al Rebranding di Twitter / X ha lasciato perplessi diversi esperti di Branding e Marketing. Ripercorriamo qui le tappe principali di questa al momento breve storia, cercando di guardare – per quanto possibile – oltre lo steccato.

 

Musk compra Twitter per 44 miliardi di Dollari

Questa storia comincia nel Gennaio del 2022, quando il CEO di Tesla acquisisce una quota del 9,2% di Twitter. In questo stesso periodo, Elon Musk inizia a rilasciare le prime dichiarazioni circa la sua volontà di creare una propria piattaforma di social media. A inizio Aprile 2022 ecco che arriva la super offerta: 44 miliardi di dollari per l’acquisizione di tutta la piattaforma. 

L’offerta viene inizialmente respinta dal board di Twitter, nonostante la ben nota crisi economica in corso. Proprio quando Twitter decide di “arrendersi” all’evidenza, ecco che Musk prova il dietrofront. Da qui prende il via un botta e risposta che rischia di finire con una causa in tribunale ai danni di Musk. Alla fine, l’acquisizione si conclude il 27 Ottobre 2022.

 

Twitter ed Elon Musk: un primo anno caotico e complicato

Il primo anno di proprietà Elon Musk è stato tutto’altro che semplice o noioso per Twitter e i suoi utenti. Nel corso di 12 mesi abbiamo infatti assistito senza sosta ad una serie di accadimenti: l’ingresso del nuovo CEO nella sede di Twitter con in braccio un lavandino; il licenziamento di migliaia di dipendenti; la complicata lotta all’esistenza di account bot; la fuga di importanti inserzionisti; il lancio dell’abbonamento da 8 dollari al mese per la “spunta blu”; la rimozione dell’insegna Twitter fuori dalla sede e la sostituzione non autorizzata con quella del nuovo logo; e via dicendo.

In tutto ciò, ecco che a fine Luglio 2022 arriva la sorpresa più grande: addio Twitter, benvenuto X. Perché Musk decide così all’improvviso di cambiare nome alla piattaforma di microblogging e news più popolare e amata?

 

Nasce X: il perché del Rebranding

Elon Musk ha sempre avuto un debole per il nome “X”. X.com è stata infatti una delle prime banche online, fondata da Musk e Greg Kouri nel 1999. La compagnia ebbe però vita breve, in quanto venne fusa solo un anno dopo con Confinity Inc., un’azienda rivale che aveva appena lanciato PayPal. Il dominio X.com nel 2001 cambiò nome in quello di PayPal, per essere poi ricomprato da Musk nel 2017.

Cinque anni dopo, l’acquisizione di Twitter diventa la perfetta occasione per il CEO di Tesla e SpaceX di riprendere là dove si era interrotto: la creazione di una “everything app”. Il piano di Musk è infatti quello di creare una app “totale” alimentata dall’intelligenza artificiale. Non più una semplice piattaforma per discussioni e news, ma anche un’applicazione per la messaggistica, i pagamenti, lo streaming video e un “mercato globale”.

La portata di questa trasformazione può sicuramente giustificare un Rebranding di Twitter (per sapere quando è opportuno intraprendere questa operazione, leggi qui un articolo in cui trattiamo l’argomento), ma le modalità con cui è stato realizzato non sono state impeccabili.

 

Il Rebranding di Twitter / X: quando la fretta è cattiva consigliera?

Avere una Brand Identity efficace, coerente e riconoscibile rappresenta un grande vantaggio per tutte le aziende, grandi o piccole che siano. Affinché un Brand possa davvero essere percepito come distintivo e memorabile (come riportato da questa ricerca Ipsos), sviluppare una strategia in grado di definire ogni aspetto di design richiede tempo, studio e pianificazione. 

Tutti gli elementi di una Identity hanno infatti una loro importanza chiave: logo, coordinato grafico, palette colori, slogan, tipografia, jingle musicali e mascotte. Da questo punto di vista, Twitter è sempre stato un Brand da imitare: dall’iconico “uccellino blu” alla creazione di parole come “tweet” e “twittare”, gli utenti della piattaforma si sono estremamente affezionati al Brand e alla sua identità.

Il brusco e frammentato lancio di X ha di conseguenza generato qualche perplessità, sia tra gli utenti che gli addetti ai lavori. Queste le principali mosse che hanno lasciato una sensazione di fretta e improvvisazione nell’esecuzione pratica del Rebranding di Twitter:

  • la commissione di un logo “temporaneo” chiesta direttamente da Musk sulla piattaforma a qualsiasi utente, anche non qualificato;
  • la coesistenza di URL con dominio twitter.com e x.com;
  • il cambio di nome delle amate espressioni “tweet”, “twittare”, “retweet” a favore di opzioni molto più generiche senza potere di identificazione;
  • il lento e tutt’ora incompleto aggiornamento delle app per smartphone e tablet;
  • la volontà di impostare solo il dark mode come sfondo della app, limitando la scelta a livello di UX/UI e accessibilità per gli utenti.

 

In conclusione, ciò che è mancato sembra essere stato un percorso di avvicinamento chiaro, trasparente e trasversale in grado di comunicare ed eseguire con maggior efficacia un Rebranding di Twitter nato da una visione molto ambiziosa e stimolante che parte da lontano.

Se hai un’attività e stai pensando di fare anche tu un Rebranding, o se vuoi sapere quali strategie di Comunicazione possono essere più adatte per la tua azienda, contattaci per ricevere una consulenza gratuita e senza impegno.

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