Un nuovo report registra quanto è stato investito in startup in Italia nel 2023, quanto negli altri Paesi e quale è “lo stato dell’arte” della tecnologia in Europa. Ecco i dati dello “State of European Tech”, arrivato alla sua nona edizione, pubblicati la scorsa settimana e che sono scaricabili gratuitamente a questo link.
Gli investimenti in tecnologie si sono dimezzati
Se il 2022 era stato un anno “d’oro” per gli investimenti in tecnologie, arrivati a 82 miliardi di dollari complessivi in Europa, il 2023 ha invece registrato un forte calo a livello mondiale. Sempre in Europa infatti saranno solo 45 i miliardi di dollari investiti quest’anno. Una flessione che si riflette sul panorama italiano, che passa dai 2,4 miliardi dello scorso anno ai 920 milioni di questo, con un crollo del 61%. Una cifra a ogni modo considerevole se guardiamo al dato del 2020, che si fermava a 740 milioni di dollari. Da segnalare anche come, per la prima volta, siano nate più startup tecnologiche in Europa (14.000) che negli USA, fermi a mille in meno.
Investire in startup… ma quante sono in italia?
Per fregiarsi del “titolo” di startup un’impresa deve essere nata da pochi anni (o mesi) e ritrovarsi in quella fase iniziale del ciclo di vita aziendale caratterizzata dalla necessità di investimenti, questi ultimi fomentati da una forte prospettiva di crescita. Tecnicamente si parla di startup “early-stage” per quelle appena avviate e di “growth-stage” per quelle che sono già in fase di crescita. In Italia -sommandole- il report registra 40.773 aziende tecnologiche (quarti in Europa), spesso “micro”, e che impiegano nel nostro Paese circa ottanta mila persone. Queste aziende per diventare sostenibili nel tempo hanno bisogno di investitori e contributi. Risorse che possono arrivare dal settore privato, tramite investitori, “ventur capitalist” e “angel investor”; oppure che possono essere ottenute grazie al pubblico, tramite voucher e altre forme di finanziamento (leggi qui il nostro approfondimento).