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I Numeri della Discriminazione di Genere in Italia

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C’è il grande gap salariale e ci sono più di cento femminicidi ogni anno, c’è la violenza economica e ci sono i diversi trattamenti in ogni ambito sociale, che sia accademico, lavorativo, familiare e persino sanitario. Alla vigilia del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, vediamo tutti i numeri della discriminazione di genere in Italia. Statistiche importanti perché risultano davvero spietate.

 

I Numeri della Discriminazione di Genere in Italia dicono che è anche Economica, Accademica e Politica

L’annuale report delle Nazioni Unite sulla discriminazione di genere mostra che la strada da fare per ottenere parità sostanziale è ancora molto lunga. L’indice misura -Paese per Paese- le convinzioni e gli stereotipi che impattano sulle disuguaglianze di genere. Secondo il report è il contesto italiano, in Europa, uno dei più crudi e ostili per le donne. Nella penisola addirittura il 61, 5% della popolazione nutre alcuni di quei pregiudizi da cui nascono le discriminazioni. L’indice è frazionato in più sotto-elementi e misura anche le discriminazioni a seconda dell’ambito di riferimento. Nello specifico qui in Italia il 20% della popolazione ha pregiudizi sulle capacità politiche delle donne. Un dato “basso”, se comparato con quelli di Paesi analoghi al nostro come Francia e Spagna, dove quasi una persona su tre reputa che gli uomini siano “migliori” per amministrare la cosa pubblica.

In ambito accademico il dato è più omogeneo e, con percentuali simili a seconda della nazione, in Europa meno di una persona su dieci crede che gli uomini siano più adatti a frequentare le università delle donne. Molto crude anche le statistiche sulla discriminazione economica: qui l’Italia torna tra i “protagonisti” in senso negativo, con addirittura il 30% della popolazione convinta che gli uomini dirigano meglio il lavoro e abbiano diritto a maggiori opportunità di carriera.

 

Metà degli Italiani giustifica la Violenza fisica Contro le Donne

Il dato peggiore però -e probabilmente il più inquietante- è quello dell’integrità fisica, il quale misura i pregiudizi della popolazione che portano a giustificare atti di violenza sulle donne. Qui è stato calcolato un altissimo 45,5% di popolazione che nutre questo genere di stereotipi. Comparato con altri Paesi -questo 45,5% italiano- risulta davvero alto: si ferma al 30% la Spagna, al 23% la Francia e la Germania, all’8% il Regno Unito. Per quanto riguarda la violenza di genere quindi le donne sono in Italia discriminate quasi quanto in Paesi come Russia (57%), Bielorussia (55%) e Serbia (54%), peggio che in Bulgaria (41%) e in Uruguay (43%).

Il fatto che in Italia quasi una persona su due giustifichi la violenza fisica contro le donne è quindi la vera “situazione emergenziale” su cui lavorare. Questo numero delinea drammaticamente bene il contesto in cui ogni anno maturano così tanti omicidi e violenze. Le statistiche su queste violenze vanno ben oltre i pochi atti criminali che assurgono al (dis)onor di cronaca: solo in Italia sono milioni le vittime e anche questi numeri risultano crudi come le storie che ci sono dietro. L’Istat li ha ordinati a questo link, puoi approfondirli cliccando qui.

 

La Violenza di Genere è un Problema Maschile

Di fronte a una violenza così diffusa e sistematica, una delle risposte peggiori è quella che vorrebbe scaricare le responsabilità sulle vittime. “Dovevi lasciarlo prima”, “potevi spiegarti meglio”, “ragazze state attente”… mille le formule simili a cui siamo abituate e abituati che ricorrono spesso, ma creano più danni che benefici. Gli unici responsabili della violenza contro le donne sono infatti gli uomini e non esiste formula per mitigare questa realtà.

Tanto si può fare a livello di educazione all’affettività, ad argine delle logiche possessive e prevaricatorie. Il tessuto economico e sociale e le politiche delle istituzioni possono fare molto. Anche le aziende, con le loro buone pratiche e con le loro persone, hanno un ruolo centrale. Tanto di più però possono fare gli uomini rivolgendosi al proprio genere, richiamando a questa responsabilità se stessi e gli altri uomini, minando così il terreno comune su cui sono stati edificati i fenomeni machisti e condivisi di discriminazione.
Soprattutto sono gli uomini che devono smettere di praticare la violenza e la discriminazione delle donne, sotto qualsiasi forma essa si manifesti.

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