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Intelligenza Artificiale e Graphic Design: un futuro a rischio?

intelligenza artificiale e graphic design

Sono passati poco più di 13 mesi dal rilascio di ChatGPT (qui l’articolo in cui gli abbiamo dato il “benvenuto” attraverso un’intervista), il primo LLM targato OpenAI che ha portato all’attenzione del grande pubblico gli strumenti di intelligenza artificiale generativa. Nonostante 13 mesi siano un periodo di tempo abbastanza ridotto, anche nel rapido mondo della tecnologia, l’impennata nell’uso dell’intelligenza artificiale rappresenta quasi un’anomalia. Questa decisa accelerazione ha scatenato un dibattito nel settore: l’Intelligenza Artificiale nel Design segnerà la fine di questa professione creativa?

 

L’Intelligenza Artificiale sta cambiando il graphic design?

Nelle classifiche che riportano le professioni creative messe più a rischio dall’Intelligenza Artificiale (IA), i graphic designer spesso risultano tra i primi. Tuttavia, secondo Ashley Still, Senior Vice President & General Manager di Creative Cloud, le nuove funzionalità di Adobe nell’ambito dell’IA potrebbero modificare questa prospettiva. Le nuove capacità di generazione di immagini stanno rendendo il design grafico più accessibile, senza però ridurre l’importanza degli artisti. 

Per Still, l’introduzione dell’intelligenza artificiale è equiparabile all’ennesima evoluzione tecnologica in ambito creativo: “Pensiamo all’invenzione della fotocamera” – dice Still in una intervista rilasciata su Fortune – “le persone credevano che la pittura sarebbe scomparsa, e così non è stato. Si tratta solo della nascita di un nuovo tipo di contenuto”. 

Anche l’invenzione delle fotocamere digitali – sempre secondo Still – ha permesso a sempre più persone di fare foto, ma i fotografi professionisti continuano ad essere altamente richiesti. Questo ci fa capire come le aziende continueranno ad aver bisogno di creativi qualificati, in quanto saranno sempre in grado di ottenere migliori risultati perché “sanno come costruire un’idea, anche se attraverso l’uso di prompt testuali”.

 

Come si stanno adattando i professionisti del design alla IA?

Gli strumenti di intelligenza artificiale hanno portato notevoli cambiamenti che segneranno inevitabilmente il futuro del design. Tra aspetti positivi e criticità, ecco come si esprimono nel merito alcuni tra i più rinomati professionisti del settore.

Secondo Jessica Tan – Digital Creative Director presso Design Bridge and Partners Singapore  – “il settore del design ha subito un cambiamento irrevocabile con il rilascio di strumenti di IA generativa di facile accesso come Midjourney e Stable Diffusion”. 

Mentre alcuni mostrano preoccupazione per questo cambiamento, altri abbracciano positivamente questa fase. “Il nostro team si sta divertendo moltissimo a sperimentare con la IA, in particolar modo con Photoshop Beta, ChatGPT e Midjourney”, dichiara Ben Christie, fondatore e partner di Magpie Studio. 

Anche Connor Edwards, designer presso Jack Renwick Studio, considera la IA una novità stimolante, come furono al tempo Photoshop o Cinema 4D. Ma, come ogni strumento, porta con sé delle limitazioni: “L’intelligenza artificiale non è ancora in grado di instaurare le connessioni creative tipiche della mente umana – quelle assurde e meravigliose associazioni che non sono sempre logiche e che nascono spesso dal caso. Fino a quando la IA non sarà in grado di effettuare questi “salti”, è difficile immaginarla come qualcosa più di un semplice strumento in grado di aiutare le persone a sviluppare le proprie idee”.

 

adobe

 

I rischi della IA per i graphic designer

Assieme all’entusiasmo per le nuove possibilità concesse dagli strumenti di IA, sussistono anche sensazioni di disagio e incertezza circa il futuro del design. Le preoccupazioni riguardo all’IA nel design grafico comprendono l’omogeneizzazione della produzione creativa, i dubbi sul copyright e l’accelerazione del processo produttivo che potrebbe portare a una possibile dipendenza o riduzione dell’impegno creativo.

Sempre secondo Jessica Tan infatti “è difficile non pensare che il valore dell’arte (e degli artisti) stia perdendo forza, considerata la facilità con cui queste immagini possono essere ricreate dal nulla con una semplice riga di testo”. 

Un’altra criticità si lega al concetto di “blandification” (omogeneizzazione del design). Edwards descrive il problema in questi termini: “Ci preoccupa il fatto che la IA possa omogeneizzare ulteriormente l’output creativo dell’industria. L’intelligenza artificiale apprende dagli input che le forniamo, per cui i nostri prompt diventeranno presto la base dati da cui altri genereranno i loro output. Questa tendenza è molto simile a quando tutti traggono ispirazione dalle stesse immagini di tendenza sui loro feed Pinterest”.

Anche il tema del copyright e relativi diritti di proprietà intellettuale continua ad essere molto caldo quando si parla di Intelligenza Artificiale e Graphic Design. “Mentre l’intelligenza artificiale continua a raccogliere dati da internet, bisogna porsi il quesito di chi detenga i diritti per queste nuove creazioni” sostiene Edwards. “Possono essere sottoposte a licenza per uso creativo/commerciale? I creatori originali delle immagini sorgente devono essere accreditati? C’è il rischio che creativi di talento vengano privati del giusto compenso?”

Queste domande sono senza alcun dubbio di primaria importanza e devono far parte del dibattito politico/legislativo in atto nei principali governi circa la regolamentazione dell’IA (in Italia è stato nominato di recente un nuovo Presidente della Commissione sull’IA mentre in quest’altro articolo potete leggere la riflessione del Presidente della Repubblica Mattarella sull’Intelligenza Artificiale).

 

Intelligenza Artificiale e Graphic Design: la situazione ad oggi

Nonostante i potenziali rischi appena evidenziati, sono sempre più i designer che hanno integrato l’IA, in una forma o nell’altra, nel loro flusso di lavoro. I benefici maggiori sono sicuramente legati alla riduzione dei tempi produttivi per le task più meccaniche e di prima stesura di un progetto. “Utilizziamo la IA per velocizzare e rendere più efficienti le task più ripetitive, come ritaglio di immagini, ridimensionamento ed editing colore, per destinare maggiore focus alle task più creative”, afferma Connor Edwards.

Presso lo studio di Jessica Tan, inoltre, i team creativi sfruttano la IA per guadagnare tempo. “Strumenti come Midjourney e Stable Diffusion sono ottimi per generare concept, prime bozze visive e storyboard”, dice Tan. “I risultati sono impressionanti nel consentirci di presentare con efficacia le idee ai clienti, in quanto capaci di creare prototipi curati in una frazione di tempo – ma molto difficili da padroneggiare. Serve comunque molto tempo e sforzo per riuscire a dare una precisa direzione anche usando questi strumenti, come è giusto che sia nel design creativo”.

Tuttavia, molti di questi strumenti mancano ancora della giusta integrazione con i principali software di produzione creativa, rendendo il processo ancora frammentato e poco comodo. Per questo motivo, nel lavoro quotidiano, una soluzione come Adobe Firefly mantiene un decisivo vantaggio nell’unione di questi due mondi, in quanto – sempre secondo Tan – “rappresenta – per il futuro del design – una drastica riduzione del tempo destinato alle task più marginali e tecniche – liberando più tempo per l’immaginazione e la creatività”.

 

graphic design

 

Intelligenza Artificiale e il Futuro del Design

Quale futuro si prospetta dunque per il lavoro del graphic designer nell’era dell’intelligenza artificiale? Al momento è ancora presto per rispondere con certezza a questo quesito. Le posizioni e le previsioni interne all’industria restano divise, tra ottimismo e ragionevoli preoccupazioni.

 

Le ragioni dell’ottimismo

Il tema ha suscitato dibattito anche qui in Italia. Alessandro Stenco, rinomato Art Director italiano, ne parla in questo modo in una recente intervista di presentazione del suo libro “Il mestiere dell’art director”: “L’intelligenza artificiale dovrà essere usata come co-pilota. Per ricorrere a una metafora, è come il pilota automatico di un aereo: i piloti non controllano la cloche per tutta la durata di un volo, ma intervengono nei momenti più importanti come partenza e atterraggio. Così un art director è importante nelle fasi di ideazione e chiusura di un progetto. Se nel mezzo c’è l’aiuto di una macchina, ben venga. […] Ho sempre avuto la sensazione che tutto il tempo speso a produrre layout in modo meccanico e meticoloso fosse tempo tolto alla creatività. Se l’IA dovesse restituirci queste giornate a favore delle idee e se l’industria saprà capitalizzare questo strumento, avremo fatto centro”.

Questo ottimismo è condiviso anche da Edwards: “Le possibilità potrebbero essere infinite. Qualsiasi cosa che consegna strumenti creativi nelle mani di sempre più persone è una cosa positiva. Con software di IA accessibili, spesso gratuiti e più intuitivi dei programmi di grafica tradizionali, speriamo che le persone che hanno avuto difficoltà fino ad ora ad inserirsi nell’industria creativa possano avere la possibilità di farlo, portando nel nostro settore una diversità quantomai necessaria”. 

 

Le preoccupazioni e l’incertezza

L’incertezza in cui ci troviamo ad oggi è ben sintetizzata da Jessica Tan: “credo che il nostro lavoro creativo quotidiano sarà semplificato e generalizzato, ma il lavoro veramente originale diventerà sempre più raro e costoso da creare. I talenti di più alto livello saranno sempre più difficili da individuare, costringendo molti artisti a lasciare l’industria. […] D’altro canto, potrebbe anche non cambiare nulla. Nella continua ricerca dell’eccellenza creativa, potremmo attrarre più talenti promettenti che avranno più tempo e spazio per splendere ed esplorare la loro creatività. Così come l’avvento delle fotocamere non ha cancellato la pittura, potremmo coltivare un senso di nostalgia per il design 100% umano e riporre un maggior valore in ciò che viene completamente ideato da una mente umana”.

Per tirare le somme, la relazione tra intelligenza artificiale e graphic design presenta un futuro incerto. Mentre potrebbe aprirsi a un pubblico più vasto, è necessario affrontare le preoccupazioni riguardo al cambiamento della natura creativa e alla disponibilità del talento. L’intelligenza artificiale resta tutt’ora uno strumento precoce e un tema molto delicato, con “grandi poteri che portano con sé grandi responsabilità” (lo stesso Sam Altman, CEO di OpenAI, lo riconosce in questa video intervista).

Nonostante le potenzialità dell’IA nel migliorare l’efficienza del design, sussiste la necessità di regolamentarne l’uso, affinché la creatività umana resti un aspetto insostituibile nel settore del design grafico. La speranza è che nel futuro del design la IA, pur rappresentando un valido supporto, non prenderà completamente il sopravvento sul processo creativo umano.

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