Il CES 2024 è tutt’ora in corso a Las Vegas e, come ci si poteva immaginare, l’intelligenza artificiale è protagonista assoluta della popolare fiera. A rubare la scena negli ultimi due giorni ci ha pensato Rabbit Inc, una startup che ha presentato Rabbit R1, un dispositivo che rientra nella nuova categoria dei cosiddetti “AI companion” e sembra rappresentare il primo device in grado di mettere in dubbio l’egemonia delle app per smartphone. Stiamo assistendo al prossimo “iPhone moment”?
Cos’è un AI Companion e a cosa serve
In seguito al successo di ChatGPT e dei suoi “derivati”, siamo di nuovo in procinto di cambiare il nostro modo di interagire con la tecnologia. Un AI Companion è sostanzialmente un dispositivo portatile che si interfaccia direttamente con gli LLM (Large Language Model) come ChatGPT, consentendoti di comunicare tramite comandi vocali per dare istruzioni o richiedere informazioni.
Al momento, oltre al Rabbit R1, sul mercato sono arrivati (o sono stati annunciati) lo Humane AI Pin, i RayBan Smart Glasses e il Tab. Tuttavia, tra prezzi elevati e funzionalità ridotte, questi dispositivi portatili corrono il rischio di venire già superati dal Rabbit R1 e dalla sua caratteristica principale: una nuova tecnologia chiamata LAM (Language Action Model).
Il Rabbit R1: oltre i limiti delle App e degli LLM
Come affermato da Jesse Lyu, CEO di Rabbit Inc., R1 nasce come risposta alla necessità di andare oltre i limiti delle app e dei LLM. Ma quali sarebbero questi limiti secondo Lyu? Durante il keynote di presentazione (disponibile su YouTube a questo link), Lyu pone all’attenzione due aspetti non di poco conto.
Troppe App sugli Smartphone
Gli smartphone in origine dovevano essere dispositivi semplici, intuitivi e veloci da utilizzare. Tuttavia, con l’aumento esponenziale delle app disponibili, sono diventati sempre più complicati e frammentati da utilizzare, costringendoti spesso a spostarti da una app all’altra, ognuna con le sue funzioni e opzioni da imparare e ricordare.
Le app più popolari, inoltre, sono ormai quelle legate all’intrattenimento: secondo Lyu “gli smartphone sono diventati dispositivi perfetti per sprecare tempo invece di risparmiarlo”. Da un punto di vista della produttività e della capacità di effettuare azioni concrete con semplicità ed efficienza, questa frammentazione presenta problemi soprattutto di interfaccia software, più che di hardware.
Gli LLM come ChatGPT ti assistono ma non agiscono al posto tuo
Per cercare di risolvere parzialmente questi problemi, le big company come Apple, Amazon e Google hanno provato a introdurre gli assistenti vocali (Siri, Alexa, Hey Google), riuscendo in minima parte nel loro intento. Questi assistenti vocali sono spesso imprecisi, lenti e generalmente di poco aiuto.
Con la diffusione di strumenti di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT, gli LLM rappresentano sicuramente un enorme passo avanti rispetto agli assistenti vocali sopra menzionati. Tuttavia, hanno anche loro un fortissimo limite: sono ottimi nell’assisterti nel fornire informazioni, idee, spunti… ma non ti aiutano ad effettuare azioni concrete.
Il CEO di Rabbit durante il video presentazione dimostra con efficacia questo concetto, lanciando un prompt su ChatGPT per cercare di prenotare un volo aereo tramite il plugin per ChatGPT di Expedia. L’output di ChatGPT fornisce informazioni dettagliate sui voli e le varie opzioni disponibili, ma non è in grado di assisterti nel processo di prenotazione del volo, costringendoti a dover far tutto da solo.
Nasce LAM: il Modello di Linguaggio dedito all’Azione
Ecco che entra quindi in gioco il software unico del Rabbit R1. Grazie alla sua nuova tecnologia chiamata LAM (Language Action Model), il sistema operativo di R1 consente di chiedere al tuo AI Companion di eseguire azioni complete e concrete. Il tutto attraverso i soli comandi vocali. Rabbit OS, con la sua interfaccia minimale e intuitiva, promette di trasformare le parole in azioni, senza limiti di sorta.
Rabbit R1: Design e Specifiche Tecniche
Caratterizzato da un design semplice e di impatto, il Rabbit R1 assomiglia a una versione squadrata e moderna di un vecchio Walkie-Talkie. Progettato in collaborazione con l’azienda svedese Teenage Engineering, è dotato di un touchscreen da 2.88 pollici, una rotella per lo scroll analogico e una piccola camera mobile che può ruotare di 360°.
Per interagire tramite comandi vocali, sul lato destro è presente un pulsante da tenere premuto per comunicare con il dispositivo. Per la connettività invece è possibile inserire una SIM Card per rete 4G LTE, ma è prevista anche la connessione a reti Wi-Fi. La ricarica del dispositivo avviene tramite porta USB-C e la durata della batteria dovrebbe essere di una giornata.
Come funziona il Rabbit R1
Grazie al sistema operativo Rabbit OS e alla tecnologia LAM, con il Rabbit R1 si potrà fare un po’ di tutto: prenotare un Uber, modificare le playlist di Spotify, acquistare prodotti su Amazon, ordinare del cibo tramite servizi quali JustEat e Deliveroo, organizzare un intero viaggio dalla prenotazione del volo al programma di attività da fare durante la permanenza. Ma come è possibile tutto ciò?
A quanto pare, il Rabbit R1 è un AI Companion che non ha bisogno di alcuna app dentro il sistema operativo e non si connette a tutti questi servizi tramite API. Non ci sono plugin né account proxy e non si associa al proprio smartphone. Il software funziona invece come una sorta di ponte tramite cui è possibile accedere ai tuoi vari account grazie a un portale web.
Associando i tuoi account su questo portale web, il sistema operativo di Rabbit R1 è in grado di comunicare con questi servizi e restituirti informazioni e interazioni semplici sempre e solo sul dispositivo stesso. Anche se questo funzionamento può sembrare problematico lato privacy e sicurezza, Lyu afferma che nessuna credenziale utente di servizi di terze parti viene conservata sul dispositivo di Rabbit Inc. Tutto il processo di autenticazione avviene sui sistemi di login dei rispettivi servizi.
Rabbit R1: possibilità davvero infinite?
La ciliegina sulla torta del Rabbit R1 e della tecnologia LAM sembra però essere la “modalità insegnamento” (ancora in fase sperimentale e in arrivo con un aggiornamento software futuro). Puntando la camera del R1 allo schermo del tuo computer o smartphone, potrai performare delle task che verranno registrate e comprese dal software. Rabbit OS sarà quindi in grado di apprendere queste operazioni e replicarle tramite i tuoi input vocali.
Nella demo mostrata durante la presentazione infatti, vediamo Jesse Lyu connettersi da computer a Midjourney tramite Discord e generare alcune illustrazioni di un simpatico cagnolino. Fatta questa operazione, a quel punto tramite comando vocale il CEO di Rabbit Inc. chiede a R1 di generare immagini in stile pixel art di un coniglietto. In pochi secondi, ecco che sul display del Rabbit R1 arrivano le classiche quattro opzioni fornite dal Midjourney BOT.
Il Pubblico apprezza: 10mila Ordini in un solo giorno
A fronte degli impressionanti 25 minuti di presentazione pubblicati su YouTube, del rapido passaparola digitale e del prezzo super competitivo di 199USD (l’eventuale costo per il traffico dati da cellulare sarà ovviamente a parte), il pubblico sembra aver accolto con entusiasmo questo nuovo dispositivo. In un solo giorno infatti, Rabbit Inc. ha annunciato di aver venduto ben 10mila unità del Rabbit R1.
Un esordio senza dubbio convincente, soprattutto considerato che stiamo parlando di una nuova categoria di prodotti che cerca di affiancarsi al dominio che gli smartphone hanno conquistato nel corso degli ultimi 15 anni.
Sarà davvero la fine degli Smartphone e dei Sistemi Operativi basati sulle App?
Sinceramente è presto per rispondere a questa domanda. Attualmente il Rabbit R1 sembra poter diventare un dispositivo da affiancare al proprio smartphone, piuttosto che sostituirlo, come afferma lo stesso Jesse Lyu. Di certo sarà interessante osservare le mosse delle big company, attualmente concentrate sull’intelligenza artificiale generativa degli LLM (ne abbiamo parlato in questo altro articolo).
Un altro scenario interessante da monitorare sarà quello relativo allo sviluppo e alla produzione di app per smartphone. Le app restano tutt’ora una soluzione fondamentale per le aziende che vogliono fare business digitale da un lato, e impegnano la gran parte del tempo che passiamo sugli smartphone dall’altro.
Tuttavia, nel caso in cui gli AI Companion come il Rabbit R1 prenderanno davvero piede, le aziende saranno costrette ad abbandonare le app per smartphone e cambiare le proprie strategie di marketing? E i produttori di smartphone cosa faranno: lanceranno anche loro degli AI Companion o troveranno il modo di “soffocare” questa nuova categoria di prodotti, incorporando una simile tecnologia nei rispettivi sistemi operativi per smartphone? Continuate a seguirci qui su Sì! Magazine per scoprirlo.